Javier Perez Forte
Argentine guitarist, composer and arranger, he has studied to the Universdad Nacional de Córdoba (Argentina), then he specialized himself in Paris and Italy with Ivo Malec, Pierre Boulez, Ennio Morricone among the others. The record label Nuova Fonit Cetra-RAI has published his chamber music in the CD Atmospheres and the Sonzogno publisher edited his compositions for orchestra. He has composed for the singer Lucia Minetti the music of Luz!, a song that gives the name to the homonymous CD (Velut Luna Records). He has accomplished all the tango- arrangements for the Mario Brunello's Orchestra d’archi italiana and he has participated as a soloist player in this project. He has has collaborated with many directors and actors and composed music for cinema, for theater and for documentaries for several institutions (Regione Lombardia, Ministero della Pubblica Istruzione, Istituto di Antropologia di Milano, Istituto Politecnico di Milano, etc. and for the italian RAI-TV documental series GEO). From 1993 he devotes him to the diffusion of the Tango and Argentinian Music with concerts and shows, lectures, masterclass in some Italian Conservatories, and radio and television broadcasts. He is director and founder of Nuevos Aires Ensemble (argentine tango and folkolore) with which he has done several tournées in Europe and Argentine and has recorded the CD Buenos Tangos. The Nuevos Aires ensemble has inaugurated the Nuovo Piccolo Teatro Strehler in Milan and has won the prize of the Argentinian Radio Córdoba-Canal 3.
Read moreAs soloist and member of chamber music groups, he has played in several argentinian and european Concert Halls, among these: Buenos Aires: Teatro Colón, Teatro San Martín, Fundación San Telmo, the temples of the tango Café Tortoni e Club del Vino; Córdoba: Teatro San Martín; USA: JazzWeek 2013 (Boston - New York), Consulado Argentino de New York, LilyPad (Boston); Roma: Casa Argentina; Milano: Nuovo Piccolo Teatro, Conservatorio ‘G. Verdi’, Palazzina Liberty, Sala Puccini del Conservatorio, Teatro San Babila and in the Milan clubs: Blue Note, Le Scimmie, Grillo parlante; Genua: Borgo CLub Spring Festival; Levico (Trento): Festival Le vie del Suono; Asti: Il diavolo rosso; Calabria: Peperoncino Jazz Festival; Monza: Teatro della Villa Reale e Teatro Binario 7; Parma: Teatro Cavallerizza; Lugano: Palazzo dei Congressi; Madrid: Teatro Sala Triángulo, Festival de Otoño; Paris: Le Trottoir de Buenos Aires, Église de Saint Étienne, Montreux: Theatre Clemenceau; Freiburg- Emmendingen: Steinhalle, Mendrisiotto Jazz Club, etc. He has recorded for the labels Nuova Fonit Cetra-RAI, Crocevia di Suoni Records, Velut Luna, Halidon etc.
www.javierperezforte.com www.croceviadisuonirecords.com Show less
Tags
Evolución – A communicative immediateness, an instinctive before than cultural creativity, in the new original pieces. High interpretative school in the standards, brilliantly executed. L'accoppiata CLEMENTE/PEREZ FORTE non è nuova con le sue performance discografiche. Ci sono due lavori precedenti e concerti che ne testimoniano il sodalizio. Chitarra classica e sassofoni sono un'abbinata vincente che lascia spazio libero alla creatività: è proprio quest'ultima la chiave di lettura di Evolución. L'impressione che se ne ricava è quella di due musicisti che s'incontrano e danno libero sfogo alle loro inventive e risorse musicali, attraverso la creazione di una musica che si muove su più registri e generi introiettandoli all'interno di ogni singolo brano. Sotto una calotta camerale, CLEMENTE e PEREZ FORTE inscenano un concerto dove il tango incontra il jazz e il jazz incontra il Sud America colto e raffinato. Un pastiche istintivo prima che culturale contraddistingue le invenzioni dei due, con inserti qua e là di temi e reminiscenze improvvisate che aprono spazi di fuga a vicoli altrimenti ciechi. Tra le loro creazioni originali, che hanno nomi e sensi ispanici, si stagliano due momenti di alta scuola interpretativa, dove la tensione fisica e tecnica ammanta di luce propria e originale brillantezza le versioni di Oblivion di Piazzolla e Summertime di Gershwin. Evolución è un disco che restituisce un senso di spontaneità e immediatezza comunicativa e nello stesso tempo un forte sentimento e passione verso sonorità e temi che coinvolgono e affascinano. Flavio Caprera - Jazz Convention del 14/02/2016 http://www.jazzconvention.net/index.php? option=com_content&view=article&id=2804:felice-clementejavier-perez-forte- evolucion&catid=2:recensioni&Itemid=11 Evolución – Two noble souls from which gush out a vibrating mediterranity and an ardent communicativeness. Due anime nobili dalle quali sgorgano una vibrante mediterraneità e un’ardente comunicatività che creano una fatata simbiosi alchemica. Il sassofonista jazz e compositore FELICE CLEMENTE e il chitarrista e compositore argentino JAVIER PÉREZ FORTE concepiscono una nuova creatura discografica, intitolata “Evolución”, che coniuga saggiamente l’amore per il tango argentino, per la musica eurocolta e per il jazz. I brani presenti nel cd sono nove, di cui Oblivion (A. Piazzolla), Bésame Mucho (C. Velázquez) e Summertime (G. Gershwin) non sono autografati dagli autori del disco. Mi Mena (CLEMENTE) spicca per radiosità espressiva. CLEMENTE dà vita a un fraseggio particolarmente sinuoso e serrato, arricchito da una brillante citazione rollinsiana (St. Thomas). PÉREZ FORTE lo sostiene vigorosamente, con un comping percussivo e decisamente trascinante. La struttura armonica di Ba’-Ba’ (CLEMENTE) è assai interessante. Qui l’incedere sassofonistico è finemente sussurrato e carico di nerbo al contempo, impreziosito da alcuni fulminei sprint cromatici. Octubre Del ’96 (PÉREZ FORTE) è una composizione dal pathos intensamente evocativo. Il playing di PÉREZ FORTE è profondamente ispirato, magnetico, dal forte impatto emotivo. “Evolución” rappresenta una sorta di viaggio immaginifico, durante il quale i decibel emozionali rimangono costantemente alti. Stefano Dentice - Sound Contest. Musica e altri linguaggi del 15/02/2016 http://www.soundcontest.com/recensioni/felice-clemente-e-javier-perez-forte- evolucion/ Evolución [interview]- An emotion without labels and a disk convinced Felice CLEMENTE – tra i più noti sassofonisti e clarinettisti del panorama jazzistico italiano ed internazionale – e JAVIER PÉREZ FORTE – chitarrista argentino conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo – presenteranno il loro nuovo album Evolución al Blue Note di Milano il 25 febbraio. In precedenza: Escaleras (2008) e Aire Libre (2012), entrambi editi da Crocevia di Suoni Records. La coppia vanta un’intesa personale e musicale lunga dieci anni, frutto di una concezione aperta e libera della musica, che supera ogni definizione stereotipata, come traspare dal loro album e dalle loro parole. Parliamo del vostro nuovo disco Evolución: qual è il filo conduttore di questo lavoro? FC Senza dubbio l’emozione senza etichette. Chi ascolta il nostro CD, dall’inizio alla fine non deve porsi la domanda (o il “problema” per alcuni) di che genere di musica sia o in che “casella” collocarlo. Crediamo che sia quasi un male dei nostri tempi quello di voler inquadrare ogni cosa e darle un nome. Le nove tracce di Evolución sono molto diverse tra di loro. Ognuna è un paesaggio molto diverso dall’altro, eppure, l’emozione, attraverso l’intensità dei diversi momenti, è quella che funge da compagna di viaggio durante i 55 minuti di musica. Il titolo del disco evidenzia l’evoluzione del nostro linguaggio in duo che abbiamo intrapreso dieci anni fa e che è basato sull’equilibrio tra i sax e la chitarra, cercando la sinergia totale. Evolución è il terzo album che realizzate assieme. Come nasce questo dialogo tra sassofono e chitarra? JPF Nasce, come di solito succede nelle amicizie più salde, per puro caso. Avevo avuto la richiesta di fare un concerto nel giro di tre giorni. Ho pensato che in un tempo così ristretto soltanto con un bravo jazzista si poteva montare un repertorio in pochi giorni e una prova. Conoscevo già Felice e ho chiamato lui. Ci siamo talmente divertiti (e anche il pubblico) durante quel concerto, che abbiamo deciso di non abbandonare quel “sound” come un episodio effimero. A questo progetto di base si sono aggiunti i nostri percorsi simili e cioè: entrambi di formazione classica ma con una passione aggiunta per il jazz, uno, e per il tango argentino l’altro. Non abbiamo fatto nessuna fatica a fondere questi strumenti come la possibilità più normale e naturale. Quale aggettivo usereste per definire il vostro nuovo album? FC “Convinto”. Perché? Per il semplice motivo che niente di quello che viene proposto nel nostro nuovo album è il risultato di speculazioni estetiche o di strategie di mercato. Ogni nota che suoniamo è stata prodotta dalla nostra convinzione espressiva, intellettuale ed emotiva. Strumenti Musicali del 14/02/2016 http://www.strumentimusicalinews.it/felice-clemente-e-javier-perez-forte-saranno- al-blue-note-il-25-febbraio/ Evolución - Guitar and Winds amalgamate with almost atavistic naturalness between poetry and innovation. An intense and delicate dialogue. Evoluzione. In quest’aggettivo la chiave di volta dell’album che vede il sassofonista milanese e il cosmopolita chitarrista argentino incontrarsi in terra latinoamericana, e raccontare, attraverso nove brani, un continente còlto e popolare insieme, solare e crepuscolare, fatalista e ribelle, affascinante nelle sue contraddizioni così come nella ricchezza di suoni e linguaggi che lo caratterizza. Una ricchezza ripercorsa attraverso un repertorio di composizioni originali e standard della tradizione, strizzando l’occhio alla Broadway di Gershwin e all’Europa di Piazzolla. Incursioni jazzistiche che ampliano lo spettro dell’indagine di FORTE e CLEMENTE, la cui evoluzione ha un duplice aspetto: nell’approccio alla musica latinoamericana (dopo le prove di Escaleras e Aire Libre), e nel loro stile jazzistico, che nel tempo ha acquisito un timbro. Un universo complesso, quella della musica latinoamericana, alla quale si possono attribuire tre anime: quella bianca (europea, soprattutto portoghese), quella africana, e quella indigena. Dalla tradizione musicale europea (barocca, rinascimentale, ma anche popolare), la musica latinoamericana ha ottenuto la melodia e la ricchezza armonica; dalla tradizione degli schiavi neri ha attinto il ritmo e gli strumenti, e dalla cultura degli Indios il temperamento e il carattere. CLEMENTE e FORTE si muovono con disinvoltura in mezzo a questo caleidoscopio di brani romantici e a tratti malinconici che si alternano ad altri più allegri, ma comunque lontani dallo stereotipo samba/bossa nova. Apre l’album Mi nena, una briosa, calda, passionale ballata su un amore intenso, intrisa di quella solarità che il clarinetto interpreta spargendo note come fossero una carezza sull’oceano. L’assenza di un testo non pregiudica l’atmosfera e la verità del brano, che la delicatezza degli strumenti sembra anzi accentuare. La chitarra classica è infatti pizzicata con sensualità. Ay Santiago è una struggente ballata intrisa di saudade, suggerita da una chitarra crepuscolare, suonata come fosse un’arpa, e sulla quale s’innesta un delicato sax tenore, che costruisce una melodia lunare e introspettiva. Briosa la parte centrale, con una ronzante chitarra che suggerisce il timbro cromatico di Salvador Dalì, con i suoi ‘voli d’ape‘. Sulle stesse tonalità, Ángeles de la Guarda – intenso dialogo fra chitarra e sax soprano, con quest’ultimo impegnato in coinvolgenti scale timbriche dai toni appena nostalgici –, e Bésame Mucho, introdotta da un insistito a solo di sax soprano, cui segue una meditativa chitarra classica, che a tratti tocca le corde del blues di Robert Johnson. Accattivante la rilettura di Summertime, caratterizzata da un sax soprano di gusto newyorkese, ma mai sopra le righe, cui fa da spalla una chitarra ‘ibrida‘, in equilibrio fra classicismo e virtuosismo. In chiusura, Para Siempre lascia all’ascoltatore la sensazione di una terra complessa, raccontata con uno stile jazzistico dall’approccio intellettuale e istintivo insieme, che affronta la tradizione sudamericana affiancandovi atmosfere preraffaellite, che ricordano i tramonti e gli acquitrini scozzesi, fondendo idealmente due scuole di pensiero romantico. Chitarra e fiati si amalgamano con una naturalezza quasi atavica, fra poesia e innovazione. Un jazz atipico, dai connotati latinoamericani meno ‘colorati‘ di quanto ci si possa attendere, per intenditori e amanti del genere. Niccolò Lucarelli - Musica, Sorsi di jazz / ArtNoise del 06/02/2016 http://www.artnoise.it/clemente-e-forte-evolucion/ Evolución – The happy symbiosis becomes evident also in third disk. Three standards are too many for musicians ables to jump without fear, with them strong and creative sonority. I sassofoni e il clarinetto di CLEMENTE hanno stretto un patto ormai decennale con la chitarra classica di PÉREZ FORTE e la felice simbiosi si manifesta con evidenza anche al terzo disco. In particolare le sonorità di CLEMENTE risultano robuste e creative, e questo ci fa dire che tre standard abusati (Oblivión, Besame Mucho, Summertime) sono troppi e che non sarebbe male, al prossimo turno, lanciarsi a rotta di collo e senza paura giù da qualche discesa strapiombante. Piercarlo Poggio, Blow Up Magazine # 212 genn. 2016 Evolución – A 'communion of souls' that evolves indeed, but it is able to reach everybody. A shared exploration, in music, of the human mind. Verrà edito venerdì 5 febbraio, con presentazione live il 25 al Blue Note di Milano prima di un lungo tour, Evolución, terzo episodio in dieci anni della collaborazione fra il chitarrista classico argentino JAVIER PÉREZ FORTE e il nostro sassofonista jazz - nonché clarinettista di formazione anche classica FELICE CLEMENTE, incluso negli States tra i giovani «destinati a fare la storia del jazz». E a distanza di tredici anni dal debutto di Way Out Sud, a soli dodici mesi dal precedente 6:35 AM, un CLEMENTE giunto ormai in doppia cifra nella discografia, conferma sempre più quanto citato sopra: e non è estranea alla sua crescita, anzi, la comunione di anime, prima ancora che di ricerca musicale, con cui egli e PÉREZ FORTE ‘ibridano’ più stili, evitano ogni classificazione, mescolano Italia e Argentina, tango jazz, temi cantabili e suggestioni colte, soprattutto musica e appunto anima. Sino a dar vita a un terzo episodio in duo che sublima i precedenti, Escaleras e Aire Libre, per consapevolezza e naturalezza di un’ormai compiuta fusione tra gli strumenti e per matura profondità dei rimandi interni alle intuizioni compositive, dentro un quadro artistico che pur se composito (in scaletta ci sono tre inediti a testa e 3 standard) e apparentemente dominato dalla presenza scenica del sax, si segnala come percorso molto coeso di esplorazione condivisa, in musica, dell'animo umano. Di primo acchito la qualità e l'originalità del cd sono ben rappresentati dagli standard: Oblivión di Piazzolla, che a tratti commuove dalla capacità di riscrivere, con poesia, materiale per molti versi risaputo; Besame Mucho in cui il tema entro dopo cinque minuti di coraggiosa destrutturazione dello spartito, tra il jazz dei fiati e la musica colta di una chitarra agita sui bassi; e quella Summertime che PÉREZ FORTE colora di puntinismo, mentre CLEMENTE ne espone l'inconfondibile voce, con il risultato di regalare a Gershwin una poco usuale e sospesa drammaticità, più avanti nella rilettura pure esasperata ritmicamente. Ma non vanno sottovalutati i brani originali, di questo duo che in Evolución evolve davvero e ben oltre i paletti soliti al jazz nostrano. Ay Santiago attinge ad hard bop e Satie; Mi nena è viaggio emotivo chiaro e scuro al contempo; Octubre del ‘96 e Ángeles de la guarda volano alto per partitura e tocco, evocando spiragli spirituali profondi. Poi la finale Para Siempre, come già in parte accade in Ba’-Ba’, osa ricerca quasi pura, per nulla facile eppure senz'altro in grado di arrivare a tutti: perché CLEMENTE e PÉREZ FORTE, il primo confermandosi talento assoluto del jazz non solo tricolore, non usano le note in senso virtuosistico, ma tramite la loro ricerca in esse, scavano nell'intimo di sé e dell’ascoltatore, riuscendo a dare profondità spesso inaudite all’impatto sonoro - di suo essenziale (per quanto non certo ricorrente nella storia del jazz) - che sorge dall’interagire del sax o del clarinetto, con la chitarra acustica. Andrea Pedrinelli - Avvenire del 29/01/2016 Evolución – A beautifull jazz-CD with 3 stardard arranged in exceptional way Il duo FELICE CLEMENTE & JAVIER PÉREZ FORTE è uno dei più interessanti e originali del panorama musicale internazionale che abbiamo ascoltato negli ultimi mesi. Anche l’ultimo album, Evolución (Crocevia di Suoni Records, 2016 – distr. IRD) è il risultato di una lunga e meticolosa ricerca, frutto di una concezione aperta e libera della musica, in grado di superare steccati e stili. Senza mezzi termini, questo è un bellissimo disco di jazz contenente anche tre standard svolti strepitosamente. Mi Caribe www.micaribe.it del 24/01/2016
Aire Libre - Occasions of telepathic agreement in impro jazz and a beautifull musical flow Una geniale citazione da Borges introduce le dieci composizioni di questo bel lavoro, non il primo in cui il sassofonista e clarinettista Felice CLEMENTE sceglie la formula del dialogo con un altro strumentista: «Per fortuna non dobbiamo rispondere a una sola tradizione: possiamo ambire a tutte». In musica significa che il viaggio fra le ance di CLEMENTE e le corde della chitarra classica di Forte tocca la musica sudamericana, suggestioni classiche, idee afro, momenti di telepatica intesa in impro jazz. Nessun rischio di rimanere frastornati: è un flusso elegante e perfettamente logico, quindi assai godibile. ALIAS - Il Manifesto del 08.09.2012 - Guido Festinese - 3 stelle ovvero saporito Aire Libre - Rare and happy event: sax and classical guitar are able to create a plus value Evento raro che fa di questo lavoro per duo, utile e articolato, un episodio molto felice delle musiche di frontiera per il 2012. Sax e chitarra classica realizzano un obiettivo che solitamente non viene raggiunto nei pur numerosi progetti di crossover: non limitarsi a sommare (anche bene, come capita) generi e stili, ma arrivare ad un totale, ad un risultato capace d'esser non tanto più della somma quanto piuttosto altro, il valore aggiunto a quel sommare. Moderata modernità, una più sobria contemporaneità, amore per il classicismo e sapienza esecutiva si condensano attorno ad una piacevole musicalità che, altro punto raro a favore, scivola lieve lungo tutto il percorso, lasciando colto ed elevato il linguaggio senza snobismi di sorta, aperto e senza timori verso la linearità. Recensito su Suono n° 468 del 9-2012 SUONO n. 468 del 09.2012 - Pier Luigi Zanzi - voto artistico: 8.5 - voto tecnico: 7.5 ovvero i migliori della classifica dei 9 migliori del numero segnalati sul sito Aire Libre - Concert “Peperoncino Jazz Festival” a Cetraro, attesi nuovi ospiti Dopo il memorabile concerto di Stefano Bollani nella magnifica cornice scenografica del Porto Turistico, che ieri sera (lunedì 13 agosto), in nome della legalità, ha richiamato a Cetraro centinaia di spettatori provenienti da tutta la regione, l’11° edizione del Peperoncino Jazz Festival (rassegna itinerante nelle più belle località calabresi organizzata dall’Associazione Picanto sotto la direzione artistica di Sergio Gimigliano, vincitrice del prestigioso Jazzit Award 2011 come “Miglior Festival Jazz d’Italia” e degli esclusivi premi “Best Book/Catalogue” e “Best Territory Improvement” assegnati a Bologna nel corso dell’ultima edizione di Festival of Festivals) prosegue nel segno del Cetraro Jazz (evento alla sua 5° edizione ideato dall’indimenticato musicista cetrarese Ermanno Del Trono), con tre serate ospitate nella suggestiva cornice del giardino del settecentesco Palazzo Del Trono. [...] Giovedì 16 agosto, per la seconda delle tre serate in programma nel caratteristico centro storico di Cetraro, il PJF circuito regionale Calabria Jazz presenta “AIRE LIBRE”, progetto discografico nato dal sodalizio artistico tra il chitarrista classico JAVIER PÉREZ FORTE, argentino d’origine ma italiano d’adozione, e il sassofonista milanese FELICE CLEMENTE. Il disco poggia su solide radici: prima di entrare in studio e registrare “Aire Libre”, infatti, i due musicisti hanno condiviso l’esperienza del quartetto Nuevos Aires, attivo sin dagli anni Novanta. Nonostante il repertorio proposto – costituito di composizioni originali e di classici sudamericani – imponga una profonda concentrazione per obbligati e passaggi di grande virtuosismo strumentale, “Aire Libre” è un disco che sorprende per vitalità e allegria: l’atmosfera vivace di Alma negra si manifesta come fosse una coreografia per una danza folkloristica. Gli orizzonti sonori del disco sono ampi: particolarmente interessanti le due performance in solo che vengono proposte anche dal vivo e che hanno come protagonisti Felice CLEMENTE (Chuku) e JAVIER PÉREZ FORTE (Misa Chico). [...] Antonio Oliverio - 14 agosto 2012 Eventi - Primo piano Musica - Onda Calabra online
Aire Libre - Concert Le vie del suono a Levico CLEMENTE e PÉREZ FORTE il sound latino in strada LEVICO TERME. A condurre gli spettatori in una serata a dir poco originale – quella di stasera “le vie del suono” di Levico a a partire dalle ore 21.30 nella piazza della Chiesa - sono gli “Aire Libre” che si muovono tra atmosfere esotiche e latine. Il tutto grazie al sax soprano e tenore e al clarinetto suonati da Felice CLEMENTE e dalla chitarra classica imbracciata da JAVIER PÉREZ FORTE. Un sodalizio artistico dal nome evocativo “Aire Libre” che, come spiega Felice CLEMENTE, “è il risultato di una lunga e appagante ricerca, frutto di una concezione aperta e libera della musica, capace di superare confini, stereotipi e barriere”. Un viaggio sonoro tra mondi diversi, tra gli elementi del jazz, della musica sudamericana, afro, classica e contemporanea che convivono e si intrecciano in modo naturale e spontaneo. In tutto questo si calano poi gli stati d'animo dei due musicisti che creano di volta in volta varietà ritmiche, diversità dei colori. Un duo che guarda con tanta intensità a una visione “enciclopedica” della musica e al Sudamerica non poteva che fare proprie le parole del grande scrittore Jorge Luis Borges: “Per fortuna non dobbiamo rispondere a una sola tradizione; possiamo ambire a tutte”. Nato nel 1974 a Milano, Felice CLEMENTE è sassofonista, clarinettista e compositore, definito da Enzo Siciliano dalle pagine di Repubblica, il miglior giovane sassofonista italiano. JAVIER PEREZ FORTE è invece un virtuoso della chitarra classica, formatosi musicalmente nell’Universidad Nacional de Córdoba (Argentina). Direttore e fondatore dell’ensemble Nuevos Aires con cui ha realizzato dal 1996 svariate tournées in Europa e Sudamerica e con cui ha inciso il Cd Buenos Tangos (Halidon – Milano).L'esibizione degli “Aire Libre” ripropone il jazz a cielo aperto a Levico.
Un'occasione imperdibile perché si tratta di una delle migliori produzioni del jazz italiano più recente in un contesto suggestivo.(k.c.) Aire Libre - That's the way it goes!. In both the musicians we find a sparkling virtuosity, but not exhibited: always to the service of the music. La strada del duo non è tra le più battute del jazz. Sassofono o clarinetto e chitarra classica, poi, sono uno strumentario non proprio consuetissimo. E questa è la prima ragione d'interesse per il lavoro di Felice CLEMENTE e JAVIER PEREZ FORTE, due musicisti diversi per formazione ed inclinazioni espressive, che si incontrano sul terreno comune della tradizione folclorica sudamericana e dell'improvvisazione jazzistica. La seconda viene dall'ascolto del disco, che rivela un'esplorazione intelligente e consapevole delle libertà offerte dal duo, pur nella stringente scelta di repertorio compiuta dai musicisti. Già la traccia d'apertura, De la raiz a la copa, mette in luce la concezione profonda del tempo, che sottende tutto l'interplay tra CLEMENTE e PEREZ FORTE. Esposto il tema, il sassofonista, qui al soprano, comincia ad improvvisare e, nel crescendo del solo, il fraseggio si fa via via più libero; PEREZ FORTE si dimostra un accompagnatore sensibilissimo: la sua chitarra, seguendo l'andamento del sassofono, passa da suadente compagno armonico a puro supporto percussivo, con pochissime note ad inframmezzare le esplorazioni timbriche. Lo stesso si ascolta in Mas que nada, il cui canto, notissimo, si trasforma via via, sino ad assumere un aspetto ben poco aderente al materiale di partenza. E' così che si fa!, verrebbe da dire. A testimonianza di quanto sia importante il tempo per questa formazione, in Lila compare un ospite: il metronomo, che si ascolta per tutta la durata della traccia e che i due sembrano non tenere minimamente in considerazione, salvo poi agganciarsi magistralmente alla pulsazione quando lo ritengono più opportuno. L'effetto è di notevole tensione. PEREZ FORTE sfoggia un'adesione convinta agli influssi ritmici e armonici della musica della sua terra d'origine, l'Argentina: praticamente non ci sono sue sortite solistiche. CLEMENTE, invece, dimostra un ampio bagaglio di frasi bop e blues di cui fa un uso quasi mai scontato. Lo si avverte in Chuku, brano che egli affronta in solitudine e nel quale abbondano i cliché del sax tenore, tenuti insieme da una lucidissima architettura dinamica. Il virtuosismo di entrambi è scintillante, ma non esibito: sempre al servizio della musica. Resta forse solo da dire che Aire libre è un ottimo disco, che merita di essere ascoltato più e più volte. Di fruizione agevole, ma di raffinata complicazione, sicuramente non rischierà di stancare. Luca Casarotti – All About Jazz– novembre 2012 (al secondo posto tra le recensioni più lette) Aire Libre - A CD that draw attention to itself: only two instruments and musicians (but how much they seem!) in a charming adventure. Un cd che si fa notare. In un panorama che nelle sue mille sfaccettature non di rado sembra regalare gira che ti rigira, la stessa colonna. Un disco, questo, costruito a diversi livelli, di lettura e ascolto: il musicista e l’intenditore possono trovare pane per i loro denti, l’ascoltare medio ha l’occasione di trovare nella “semplicità” apparente l’occasione di spingersi un po’ più in là, di mettersi alla prova; mettere l’opera come sottofondo è un delitto, ma va detto che inizia, finisce e riparte che neanche te ne accorgi. Ricerca e intrattenimento riescono a convivere senza farsi male, anzi… Ecco alcune note. De La Raiz a la copa dà subito l’idea di una proposta che, nel suo essere insolita, si fa comunque ascoltare. Fiato e chitarra si inseguono in un gioco di blocchi melodici e ritmici che rendono l’avventura aurale avvincente. Stili diversi, incroci, apparentamenti, giochi. Pera y Chocolate, con il suo unisono iniziale, quasi quasi fa pensare a un overture orchestrale; “solo” due strumenti e strumentisti (ma quanti sembrano…), voglia di tango, che risolve in dolcezza. Attacca l’ostinato che fa inerpicare la chitarra con un spezzone di arpeggio; un gusto quasi minimalista che risolve in jazz. Bel gioco, espressione e modalità. Chuku in sax è il mistero della notte, del canto solitario che scivola via. Un sentiero affascinante in cui il fiato Felice CLEMENTE si muove con sapienza e gusto; in quanto a creatività ne ha da vendere. Pezzo da dieci e lode. La ripresa di Mas Que Nada, piacerebbe anche al suo inventore Jorge Ben. Correva l’anno ’63, quando questa samba brasiliana invadeva la sua terra e poi il mondo. Versione cameristica, il duo rende il pezzo – rivisto, arricchito e plasmato – un percorso pieno di spunti, una chicca; bello il contributo della chitarra di JAVIER PEREZ FORTE. Che dà molto, in termini di ascolto e di delicate emozioni, anche nel brano successivo: Misa Chico. Luca Pavanel (Il Giornale) – FUORI TONO ottobre 2012 Aire Libre - An evening of music very well played and full of many aromas and tastes. Il penultimo appuntamento dello Spring jazz festival vede sul palcoscenico della raccolta sala Barabino il duo Felice CLEMENTE e JAVIER PEREZ FORTE. Il chitarrista argentino, introducendo il concerto, rimanda all'idea di musica globalizzata, uno stile che cerca di conciliare istanze diverse, superando i generi e le specificità. In effetti nell'ora e un quarto di esibizione, escluso il bis, si ascolta una musica dai molti aromi e sapori, provenienti dal Sud America come dalla tradizione afroamericana. Traspare pure una sensibilità, un modo di trattare i vari brani, di derivazione chiaramente jazzistica. In questo senso il duo non appare fuori posto in questo tipo di rassegna, anche se ormai le etichette sono sempre più inadeguate a descrivere determinati suoni di frontiera, di confine e il termine world music ha perso efficacia, collegato com'è a tutta una serie di materiali di diverso carattere, peso e livello espressivo.
Si comincia con La cumparsita, il più classico dei tanghi, in una versione piuttosto letterale, per rispettare il simulacro del ballo argentino. Quando si procede ad una deviazione dal tema il sax tenore si spinge in avanti, ma con parsimonia, poiché si ritorna dopo poco sul motivo e si continua a cantarlo per com'è nel suo aspetto più noto. Da qui in poi si alternano originals e omaggi alla tradizione tanguera, sottoposti ad un lifting leggero, non per ridipingerli con nuove tonalità di colore o per modificarne la struttura, piuttosto per rivivificarli, per fornirgli nuova linfa. Fra i pezzi composti per il recente cd Aire libre si impongono Perro verde e Pera y chocolate, ma è soprattutto da ricordare una accorata Alma negra, dove si capisce quanti legami ci siano, a saperli cercare, fra i due mondi che si prova a far incontrare o incrociare. E' piuttosto spettacolare la trovata di inserire un metronomo (nemico dei musicisti, come scherza JAVIER FORTE) in Lila. In questo brano si libera il sax soprano di FELICE CLEMENTE in un'improvvisazione energica che include una citazione del cavallo di battaglia rollinsiano St.Thomas. E proprio a Sonny Rollins sembra ispirarsi l'escursione in solitario del sassofonista, più vigoroso ed espressionista che nei momenti di dialogo a due. Per contro il chitarrista, nel suo spazio senza accompagnamento, svela tutta la sua delicatezza e la sua predilezione per una musica sempre dentro le righe, ma viva e attenta. Si va avanti con altri brani come Mas que nada di Jorge Ben e resa celebre da Sergio Mendes o A Don Agustin Bardi, un altro tango storico, in necessario equilibrio fra canzone eseguita e/o reinterpretata con garbo e proprietà di linguaggio. Lo scarso pubblico presente (purtroppo) dimostra di gradire l'esibizione e riserva applausi ad un duo di strumentisti sicuramente preparati. JAVIER PEREZ FORTE, infatti, mette in luce una tecnica classica rilucente, a servizio del jazz. Felice CLEMENTE, anche clarinettista in due momenti del set, è padrone di un linguaggio piuttosto articolato, che presuppone una buona conoscenza dei capiscuola del jazz moderno. In generale il musicista milanese riesce a contenere il suo impeto e assume anche toni di basso profilo, in certi frangenti, per calarsi nelle atmosfere argentine di pertinenza geografica del chitarrista. Una serata di musica suonata bene, in conclusione, che conferma l'intelligenza di una programmazione attenta più alla sostanza che all'appeal modaiolo dei nomi da far esibire. Gianni Montano - - Recensioni - Jazzitalia Recensione del Concerto di Genova, Teatro della Gioventù - 8 giugno 2012 per lo Spring Jazz Festival Aire Libre - A tête-à-tête of formal nattiness [...] Sceso in campo il sassofono, eccoci ad aprire una sorta di secondo atto della nostra odierna pièce, da cui il principe delle ance non uscirà più. Ripartendo da un album in duo, Aire Libre (Crocevia di Suoni), in cui una corda, la chitarra classica dell’argentino JAVIER PÉREZ FORTE, e un’ancia, i sassofoni (soprano e tenore) e il clarinetto di Felice CLEMENTE, si fronteggiano in un tête-à-tête che, per inappuntabilità formale, rimanda in qualche modo a “Stagioni”, tanto quanto, al contrario. [...] L'isola della musica italiana - Alberto Bazzurro Aire Libre - A modus operandi extremely actual and at the same time, respectful of the strength and of the grammar of the original musical source and material. Una concezione aperta e libera della musica, capace di superare confini, stereotipi e barriere. Ognuna delle tracce invita a vivere uno stato d'animo diverso, sia per varietà ritmica sia per la diversità dei colori del suono che gli strumenti propongono. Le due frasi riportate aprono i testi che Felice CLEMENTE & JAVIER PÉREZ FORTE hanno riportato all'interno del booklet del cd per presentare le intenzioni e le suggestioni della musica prodotta in duo e racchiudono in buona parte gli obiettivi e il filo narrativo del disco. Sassofoni e chitarra classica; libertà, improvvisazione, folklore, tradizione e dialogo. Cinque brani originali - due del chitarrista, tre del sassofonista - si affiancano a cinque brani che riportano le varie scuole della tradizioni sudamericana. E perciò traccia dopo traccia si può ascoltare Mas que nada del brasiliano Jorge Ben, le differenti visioni della chitarra classica nella scrittura di Eduardo Falù ( Misa chico), Juan Falù (De la raíz a la copa ) e Alfonso Montes (Merenguito), per finire con il tango di Horacio Salgán (A Don Agustín Bardi). Le composizioni di PÉREZ FORTE e CLEMENTE si integrano e espandono le possibilità già insite negli altri brani e nel dialogo tra le loro voci. La partita a scacchi che i due musicisti giocano nella foto del booklet in realtà non va intesa come una sfida tra i due ma come la costruzione comune di una architettura musicale capace di comprendere elementi anche molto diversi tra loro e renderli in maniera personale e coerente. L'andirivieni tra le esperienze personali e il repertorio classico per chitarra al quale fanno riferimento i brani presi dagli altri autori, tra il portato popolare e la rielaborazione consapevole fatta dai due interpreti diventa la linea di riferimento intorno al quale si sviluppa il lavoro e grazie al quale CLEMENTE e PÉREZ FORTE riescono a dare corpo ad una prospettiva individuata dal chitarrista nel suo testo, vale a dire all'idea che i brani qui presentati non corrispondono a generi musicali allo stato puro. E, di seguito, aggiunge le parole di Borges (Per fortuna non dobbiamo rispondere a una sola tradizione, ma possiamo ambire a tutte) per confermare e supportare un modus operandi estremamente attuale quanto rispettoso della forza e della grammatica del materiale di partenza. Jazz Convention - luglio 2012 - Fabio Ciminiera Aire Libre - Dialogue and lyricism AIRE LIBRE Il primo è un jazzista di razza, l’altro un chitarrista classico che, nonostante viva in Italia da parecchi anni, è tutt’altro che dimentico delle proprie origini argentine. È quindi abbastanza ovvio che l’incontro tra Felice CLEMENTE (sax tenore, soprano e clarinetto) e JAVIER PÉREZ FORTE sia in buona parte avvenuto sullo sfondo di melodie che profumano di Sud America. Ma la musica scaturita dall’inedito incontro possiede ulteriori sfumature che rimandano al jazz e anche alla musica europea. In ogni caso il dialogo risulta proficuo, denso di lirismo, appagante anche per chi ascolta. Entrambi i musicisti si sono pure dati l’opportunità di prodursi in solitudine. Strumenti Musicali - luglio 2012 - Roberto Valentino Aire Libre - CD of the month! Great vital energy and feeling and a new alchemy able to progressively conquer the public. Jazz, musica brasiliana, musica argentina, flamenco, ritmi percussivi e sincopati si intrecciano come ghirigori per dar vita a disegni musicali inaspettati, sorprendenti, inusuali. Davvero interessante questo progetto discografico che a primo ascolto sembra dar vita a visioni distanti tra loro ma che, passi la licenza, appare più come un concept- album provvisto di grande energia vitale e sentimento. Felice CLEMENTE, da una parte, con i suoi sax alterna temi, improvvisazioni e ritmi cadenzati mentre JAVIER PÉREZ FORTE, dall’altra, esprime con la chitarra tutta la sua poderosa tecnica che non è per nulla fine a sé stessa. CLEMENTE descrive questo album come un viaggio attraverso la condivisione delle loro esperienze e sensibilità, io preferisco immaginarmi in una galleria d’arte dove i due artisti espongono dei quadri policromi, cangianti, ognuno descrittivo di un’immagine ben accurata certamente fedele al loro vissuto ma che esprime contemporaneamente la volontà di creare un nuovo artificio, una nuova alchimia che ti conquista nota dopo nota. Curioso l’uso del sequencer nella traccia “Lila”, ricorda un ritmo gitano che detta i tempi dei passaggi musicali e che fioriscono in fraseggi quasi “contemporanei”. Divertente quanto insolito l’arrangiamento molto personale, ma forse per questo ancor più apprezzabile, di “Mas que nada” una canzone scritta da Jorge Ben nel 1963 e dove CLEMENTE dà sfoggio della sua bellissima arte con lo strumento che forse lo rappresenta di più, il sax soprano. Ingegnosa l’introduzione (ma non solo) di JAVIER PÉREZ in Misa Chico, un brano in 3/4 tratto dalla suite Argentina di Eduardo Falù, un artista purtroppo poco conosciuto in Italia e che ha composto brani popolari di inestimabile valore. Delizioso il finale tanguero con “A Don Augustin Bardi”. In tutto l’album si sente il grande amore che questi due artisti hanno per la musica trasversale, contaminata, globale perché se è vero che le singole tradizioni vanno fortemente conservate è anche vero che la musica è il linguaggio universale che unisce in armonia tutti i popoli. Indubbiamente un buon lavoro! Nuove Dissonanze - giugno 2012 - Maurizio Bignone Aire Libre - Excellence of sounds and dialogue weaving. A lyric structure of immediate fruition, indeed well played and excellently succeeded. Un incontro tra culture diverse, aperto verso eclettiche suggestioni: il duo di CLEMENTE con il chitarrista classico argentino trapiantato da venticinque anni in Italia, ha impianto semplice e tradizionale ma vive di impasti originali. I dieci brani sono per metà della penna dei due protagonisti (tre di CLEMENTE e due di FORTE) e per l'altra pescano nella musica latinoamericana, reinterpretandola in modo intelligente e originale, in virtù dell'eccellenza dei suoni e della loro tessitura dialogica, di cui sono esempi eminenti le improvvisazioni che occupano le parti centrali di Perro Verde e Lila (quest'ultima curiosamente attraversata dal battito di un metronomo). I rilevanti cambi d'atmosfera sono sospinti dal mutar strumento di CLEMENTE: lirico al soprano, contemporaneo al clarinetto, viscerale al tenore (che esercita in solitudine in Chuku). Sempre deliziosi i fraseggi della chitarra di Forte, che vibra con suoni luminosi. Bella la rilettura del classico Misa Chico, che è però solo una delle perle di un lavoro lirico e d'immediata fruizione, davvero ben suonato e ottimamente riuscito. MusicaJazz - maggio 2012 - Neri Pollastri Aire Libre - A disk of great horizons of sound, that surprises for vitality and joy. Marked by the magazine JAZZiT with: red exclamation point JAZZiT likes it! Il sodalizio artistico tra il chitarrista classico JAVIER PÉREZ FORTE, argentino d'origine ma italiano d'adozione, e il sassofonista Felice CLEMENTE, poggia su solide radici. Prima di entrare in studio e registrare Aire Libre i due condividono l'esperienza del quartetto Nuevos Aires, attivo dagli anni Novanta. Nonostante il repertorio proposto - costituito di composizioni originali e di classici sudamericani - imponga una profonda concentrazione per obbligati e passaggi di grande virtuosismo strumentale, Aire Libre è un disco che sorprende per vitalità e allegria: l'atmosfera vivace di Alma negra si manifesta come fosse una coreografia per una danza folkloristica. CLEMENTE si fa ascoltare al soprano, al tenore e al clarinetto, sorprendendoci per maturità, equilibrio, qualità timbrica e personalità. Gli orizzonti sonori del disco sono ampi: particolarmente interessanti le due performances in solo, che hanno come protagonista Felice CLEMENTE (Chuku) e JAVIER PÉREZ FORTE (Misa Chico). JAZZiT - maggio/giugno2012 - Luciano Vanni Aire Libre - Beautiful tuning with the Latin world, perfect for the jazz-speech Felice Clemente: Doppia Traccia – Nuvole Di Carta – Aire Libre (Crocevia di suoni) [...] Di tutt’altro segno il recentissimo Aire Libre, in cui CLEMENTE si confronta col compositore e chitarrista argentino (ma milanese d’adozione) JAVIER PÉREZ FORTE, con cui può sfoderare la sua anima latina già decisamente evidenziatasi nel disco d’esordio Way Out Sud del 2003 (vi suona familiare?) e che rispunta spesso nel repertorio del sassofonista di origine calabrese. Ora, sarà l’aria, sarà l’entusiasmo trascinante di PÉREZ FORTE, l’energia che si libera dalla sua chitarra classica (che all’occasione si trasforma in percussione come in Lila), la tradizione ispanica e l’immenso immaginario che evoca il Sudamerica, ma pare davvero che CLEMENTE sia meno costretto dal contesto e si lasci più andare al sentimento, sia che imbracci i sax tenore e soprano, sia che imbocchi il clarinetto, come in Merenguito del venezuelano Alfonso Montes. Aire Libre si muove prevalentemente nelle grandi tradizioni musicali dell’America Latina dall’Argentina, non solo tanghera, di PÉREZ FORTE (Perro Verde, Lila), Juan Falù (De La Raiz A La Copa), Horacio Salgan (A Don Agustìn Bardi, unica vera concessione al tango) ed Eduardo Falù (Misa Chico, suonata dal solo chitarrista) al Brasile di Jorge Ben (Mas Que Nada). CLEMENTE si cala perfettamente nel clima con le sue Pera Y Chocolate (strana commistione tra valzer, rumba e swing), Chuku (solo al sax tenore) e Alma Negra, a riprova di una bella sintonia con questo mondo su cui declinare l’eloquio jazz. Silenziosa(mente) Parole di Musica - online 30/04/2012 - Giulio Cancelliere Aire Libre - In one word: a very superlative album. A universe of sound magically drawn by the two musicians, also with passages as amazing solos. In the section 'OUR CDs' Ancora un duo e ancora un album semplicemente delizioso: protagonisti Felice CLEMENTE ai sax soprano e tenore e al clarinetto e JAVIER PÉREZ FORTE alla chitarra classica. Album delizioso, dicevo, e questa valutazione la si può formulare quasi immediatamente, dopo aver ascoltato il brano d’apertura, “De la raìz a la copa” del compositore argentino Juan Falù. I due si integrano alla perfezione e si percepisce quale sarà la cifra stilistica dell’intero album. Una musica senza confini, senza etichette, eseguita da due virtuosi dei rispettivi strumenti che si muovono su coordinate ben condivise. Di qui una pluralità di universi musicali cui fare riferimento: il jazz, la musica sudamericana, quella africana, la musica colta e contemporanea senza che tutto ciò dia luogo ad una sorta di indistinguibile pastiche. Tutt’altro: gli input restano ben distinti cosicché ciascun pezzo vive di luce propria caratterizzato dalla diversità di colori, da differenze timbriche, dalla minore o maggiore forza ritmica mentre la linea melodica resta sempre ben individuata sia che venga proposta dai fiati sia che venga evidenziata dalla chitarra. Così, ad esempio, con il secondo brano – “Pera y chocolate” di Felice CLEMENTE – siamo già in territorio sudamericano con vaghe reminiscenze tanghere. Il terzo brano, “Merenguito”, potrebbe indurre ad errore facendo pensare ad infocate atmosfere dominicane; invece si tratta di un delicato brano del compositore venezuelano Alfonso Montes, tutto giocato su un sottile equilibrio fra tradizioni venezuelane ed influenze europee e magistralmente interpretato dalla chitarra di PÉREZ FORTE e dal clarinetto di FELICE CLEMENTE. Seguono quattro originals equamente divisi tra i due; particolarmente interessante “Lila”, di PÉREZ FORTE: il delicato dialogo tra fiato e chitarra viene quasi disturbato dal ticchettio di un metronomo; all’inizio la sensazione è straniante ma poi, man mano che la musica scorre fluida come al solito, anche l’intruso entra a far parte organica dell’universo sonoro magicamente disegnato dai due. Avvicinandosi alla fine dell’album viene affrontato un brano celebre come “Mas que nada” di Jorge Ben: anche in questo caso l’interpretazione è molto originale, con CLEMENTE che si assume l’onere di esporre il tema per poi improvvisare magnificamente sostenuto da PÉREZ FORTE, che si concede alcuni significativi passaggi in splendida solitudine. Chiusura in stile tanguero con il celebre brano di Horacio Salgàn “A don Agustìn Bardi”. (GG). A proposito di Jazz - online-jazz.net 05/04/2012 - Gerlando Gatto Aire Libre - Please, let's lace us in the acoustic tango Album bello, elegante e soprattutto non melenso come capita spesso, purtroppo, quando i musicisti iniziano a costeggiare il mare del tango partendo da un retroterra jazz, e finiscono poi incagliati nella tentazione di aggiungere sentimento a un'esperienza che è già di per sé sentimentale. CLEMENTE (sax) e PÉREZ FORTE (chitarra) si muovono su acquarelli sonori delicati, in un equilibrio ammirevole, visto che la chitarra acustica, strumento affascinante ma difficilissimo quando si muove in un ambito jazz, non è mai invadente. Di solito ammosciano già prima di iniziare: qui invece il chitarrista si mette spesso nella funzione di spalla nobile, quasi da sfondo ritmico (tipo nel brano Merenguito). Bello il lungo brano Chuku con il solo di CLEMENTE e indovinata la versione di Mas que Nada ridotta all'essenziale. Quindi cd bello, da ascoltare in questi giorni di transizione verso la bella stagione. Class 13/04/2012 - Antonio Orlando Aire Libre - Concert by Felice Clemente & JAVIER PEREZ FORTE [...] Felice CLEMENTE (sassofono e clarinetto) e JAVIER PEREZ FORTE (chitarra) hanno preso possesso della ribalta e hanno incantato tutti i (tanti) presenti con una straordinaria serie di pezzi di bravura tratti - in gran parte - dal loro disco Aire Libre: bravi, bravi, bravi! Gran bella serata. I protagonisti del giovedì 15/03/2012 - Renato Sarti Aire Libre - A project 'crossover' that has the qualities to withstand in the time Fra le migliori produzioni del jazz italiano più recente, in cui l´originalità e la creatività si coniugano insieme, c´è sicuramente da mettere questo disco interpretato in duo, ricco di sguardi ai generi più diversi, quali il folk o la musica classica, ma con una sua appassionante identità, fuori da qualunque scuola o dettame. Felice CLEMENTE si mette in gioco con i suoi sassofoni, soprano e tenore, ed il clarinetto, dall´altro lato c´è il chitarrista classico JAVIER PEREZ FORTE. Un duo che non conosce confini e che si diverte pure ad improvvisare, ad immaginare situazioni in cui finalmente si trascendono i generi ed il tutto appare credibile e reale. Il suono del sax soprano di Felice è perfettamente controllato e reso in modo cristallino dalla registrazione. Lo stesso vale per la chitarra classica, una volta tanto coinvolta in situazioni in cui si lascia andare al´improvvisazione, coinvolgendo subito l´ascoltatore in qualcosa di nuovo che ci riporta indietro di molti anni, quando Ralph Towner divideva gli appassionati di jazz aprendo a nuovi orizzonti sonori con i suoi gruppi. C´è un famoso brano, Mas que nada, conosciuto dai più per le versioni datane da cantanti pop, e poi composizioni dei due musicisti ed altre tratte dal patrimonio della musica latina, interpretata a modo proprio. Ogni brano ha qualcosa da raccontare grazie al suono originale di questo duo, in Lila c´è anche un metronomo che incalza i due. Alla fine si resta colpiti da tanta bellezza, da tanta sagacia nel saper gestire un progetto crossover che ha le qualità per restare nel tempo. MUSICZOOM del 20/03/2012 - a cura di Vittorio Lo Conte Aire Libre - Felice Clemente & JAVIER PÉREZ FORTE. The last masterpiece of two icons of the jazz. Felice CLEMENTE, sax soprano e tenore, clarinetto, e JAVIER PÉREZ FORTE, chitarra classica, presentano il loro ultimo lavoro Aire Libre; l'album è il risultato di una lunga e appagante ricerca di uno dei duo più interessanti, affiatati, virtuosi e originali del panorama musicale nazionale ed internazionale, frutto di una concezione aperta e libera della musica, capace di superare confini, stereotipi e barriere. Ispirato da mondi che esaltano le differenze culturali e ne fanno un punto di forza attraverso il quale arricchirsi interiormente e integrarsi. Aire Libre è un viaggio attraverso la condivisione delle esperienze e sensibilità dei due artisti in cui spiccano elementi del jazz, della musica sudamericana, afro, classica e contemporanea che convivono e si intrecciano in modo naturale e spontaneo, non appagandosi mai, e non adagiandosi nella routine, ma mettendosi sempre in gioco, come accade in ogni vita degna di essere vissuta. Ogni brano di questo disco invita a vivere uno stato d’animo diverso, sia per varietà ritmica sia per la diversità dei colori del suono che gli strumenti propongono. A seconda del brano, sarà un sax soprano, un tenore o un clarinetto a stabilire un dialogo con la chitarra classica, alternando momenti tematici “obbligati” con altri “improvvisati”, lasciando spazio così all’aspetto ludico della libertà espressiva. Suoni e Strumenti del 19/03/2012 Aire Libre - Aire Libre, an happy meeting among two people Il CD Aire Libre è stato segnalato tra i 3 eventi messi In primo piano nel sito di Gerlando Gatto A proposito di Jazz (online-jazz.net) e pubblicato nelle rubriche: Appuntamenti, I nostri CD (elenco scelto tra la produzione contemporanea) e Recensioni.
Escaleras - DOUBLE EMOTIONS. A dialogue among instruments to rediscover the deep song of the Sudamerica Al Blue Note il sassofonista milanese Felice CLEMENTE e il chitarrista argentino JAVIER PÉREZ FORTE ripropongono le musiche del loro riuscito album Escaleras, riflessioni intime, cameristiche, ma anche piene di emozione sulle radici popolari delle musiche emerse dal Nuovo Mondo australe. CLEMENTE, attivo nel jazz contemporaneo, e Forte, più vicino alla musica accademica di ricerca, s'incontrano a metà strada con brani fortemente composti, ma sempre aperti agli sviluppi solistici, nei quali il suono arioso dei sax dell'italiano si sposa con la chitarra acustica del partner in un'evocazione che sa di nostalgia ma non si nega attente esplorazioni musicali. CORRIERE DELLA SERA del 04/10/2009 - a cura di Claudio Sessa
Escaleras - … Two indefatigables artists, full of ideas and imagination, with a precise personality … Felice CLEMENTE al sax soprano e tenore e JAVIER PÉREZ FORTE alla chitarra classica si sono decisi per un duo che celebra l´omaggio alle musiche del Sudamerica, non solo la storica bossa nova di Charlie Bird e Laurindo Almeida insieme a Stan Getz. I ritmi di tango e milonga sono presenti e resi cosí bene che è difficile staccare la presa del CD Player. Con questo è tutto detto di un disco fatto da due artisti che non stancano mai, fantasiosi e ovviamente con una personalità precisa, lontana anni luce dai musicisti da studio che ogni tanto si trovano ad interpretare i soliti classici. Il dialogo dei due procede sciolto, assorti nella musica che producono, anch´essi ammaliati da quello che fanno, dalle note di canzoni che parlano di sentimenti ed incontri appassionati. Qualche originale dei due ben si inserisce nell´atmosfera di un disco senza tempo, perfetto incontro di due che sono cosí assorti, che la malinconia della milonga sembra venir fuori direttamente dai loro cuori. Da non perdere! MUSICBOOM.IT - di Vittorio Lo Conte Escaleras - … An enviable interpretative tension … Folktangojazz è l'efficace definizione che danno di questo lavoro i due artefici, il sassofonista italiano Felice CLEMENTE ed il chitarrista argentino (in Italia da venti anni) JAVIER PÉREZ FORTE. Attivo anche con una sua formazione jazz, molto brillante in una recente incisione dal vivo, CLEMENTE mostra in Escaleras una faccia diversa della sua musica legata ad un altro appassionante universo, quello della musica sudamericana. Ed a tale scopo unisce la sua musica a quella di un bravissimo chitarrista, espressivo e pittorico come nella tradizione della sua originaria Argentina. Eventuali dubbi o perplessità sulla capacità di questi due strumenti (sax tenore/soprano e chitarra classica) di coesistere, vengono non solo fugati alle prime note di Milonga Villera, ma lasciano spazio ad una sincera ammirazione per la bontà del suono e la capacità di sensibili e mai banali arrangiamenti di brani famosi come La Cumparsita, Manhà de Carnaval, O que serà e Alfonsina y el mar. I duetti funzionano bene, talvolta benissimo, i due musicisti mantengono una tensione interpretativa invidiabile e comunicano una passione ed una partecipazione emotiva che altri più famosi artisti a volte diluiscono in virtuosismi ammiccanti e superficiali. Nelle note di Escaleras c'è musica autentica e sincera, da lodare ed apprezzare, di sicuro coinvolgente per gli appassionati del genere ed efficace anche nel suo felice incontro con i colori del jazz. SUONO giugno 2008 n° 417 a cura Sergio Spada
Escaleras - With Sax and Guitar beautiful mixture of Folk and Tango FELICE CLEMENTE, sassofonista, clarinettista e compositore, è un musicista come lo preferiscono oggi gli esperti di jazz. E' in possesso di brillanti diplomi in clarinetto e in jazz. Ciò gli permette di praticare l'una e l'altra, sebbene abbia predilezione per il jazz. Ha all'attivo numerosi dischi, gruppi propri, collaborazioni importanti e partecipazioni ai festival. La sua voce di sassofono, morbida e raffinata, legata a suo modo al coolbop, è l'elemento decisivo di un feeling immediato con l'ascoltatore. Qui CLEMENTE propone un insolito duo con la chitarra classica di JAVIER PÉREZ FORTE, col quale interpreta folktangojazz del Sudamerica e riscuote l'entusiasmo di Luigi Pestalozza, estensore delle note di copertina. IL GIORNALE - venerdì 9 maggio 2008 a cura di Franco Fayenz About Escaleras writes Luigi Pestalozza Estate 2007 Caro JAVIER, caro FELICE, vorrei scrivere qualche impressione sul cd che mi avete dato. Un accostamento inusuale - chitarra e sax senza un tertium datur strumentale-, il vostro, che mi ha coinvolto di pezzo in pezzo per l’intelligenza della ben scelta compresenza dei due strumenti, a volte in parallelo, altre con primi piani, in un comportamento sonoro che non li confonde ma diventa la piacevolezza di questo folktangojazz del Sudamerica. L’accostamento strumentale mi ha fatto pensare al Paganini che per 15 volte ha fatto suonare assieme chitarra e archi, in quartetto. Anche qui cessa l’estraneità dell’inusuale e viene avanti l’aperto dialogo di tutti i suoni, compartecipi del piacere che il cd mi ha dato, che dà. Non sono un esperto di musica argentina, ma la conosco abbastanza per capire il lavoro di gusto che avete fatto in e con questo cd, parafrasandola, come mi sento di dire del vostro farla incontrare con il jazz, anch’esso debitamente, miratamente, sudamericanamente stilizzato ovvero parafrasato. Il tango, del resto, fu inventato cento anni fa nelle periferie di Buenos Aires da un popolo povero che cantava l’altro mondo possibile che andava cercando, mentre il jazz, sempre cento anni fa, è venuto avanti negli Stati Uniti dall’emarginazione di vita e di cultura dei neri, facendosi strada, proprio con il sax e in modo egemonico, tra i bianchi. Ad attraversare questo cd, e penso soprattutto a te, JAVIER, è davvero la parafrasi delle fonti musicali, popolari, nelle quali sei cresciuto e ti sei formato in Argentina, ma appunto parafrasandole fino all’incontro davvero non casuale e chiaramente alla pari con il jazz, con Felice CLEMENTE, ovvero con una musica più vicina alla nostra abitudine d’ascolto. Ma non si tratta di un adattamento: semmai proprio il contrario. Concepire il jazz, nel caso dell’attento, ragionato, sax di Felice, e concepire la tua chitarra classica, dentro la sempre elegante dimensione sudamericana del vostro stile esecutivo, diventa una comune, ben coniugata occasione strumentale, scelta, costruita da entrambi per trattare il folk, il tango, il jazz dei brani eseguiti, in modo per niente esotico e, invece, coniugandoli con precisa cura stilistica, in modo che l’ascolto piacevole, chiaramente ricercato e realizzato, passi attraverso l’intelligenza musicale che non fa ascoltare qualcosa di artificialmente manipolato e facile o banale, bensì l’opposto. Questo vostro suonare musicale mi rimanda a un altro ottocentesco precursore del rapporto con le diverse, lontane, culture musicali, non esoticamente, eurocentricamente, condotto, ma anzi diretto a scoprirne e comunicarne la vera identità culturale, musicale. A Liszt. Alle sue pianistiche Parafrasi. Salvo, ma nel senso di un’ulteriore conferma, i vostri 4 momenti ben introdotti nelle 10 tappe del cd ovvero i 2 in cui per esempio tu, Felice CLEMENTE, porti in primo piano il tuo jazz, il tuo sax, ma subito facendo entrare in campo JAVIER PÉREZ FORTE, come compositore: la sua musica argentina, il tango, la sua chitarra. In termini formali si tratta però sempre di dialogo, indipendentemente da chi di voi due apra il brano e firmi la composizione. È una proposta davvero condivisa: una musica che vuole intrattenere, e che intrattiene, musicalmente, secondo la capacità di coinvolgimento a largo raggio che, dall’Europa alle Americhe, e viceversa, i due vostri strumenti sono andati costruendosi nel corso della storia, per poi incontrarsi qui e ora ma attraverso l’invenzione del vostro modo di suonare assieme. Un modo che non adagia l’ascolto nell’abitudine alla piacevolezza musicale, ma che invece la usa, la reinventa, la parafrasa, per stimolare anche il pensiero, per portare a pensare che la stessa musica di intrattenimento può uscire, come qui esce, dai luoghi comuni. E che dunque nel mondo c’è sempre dell’altro - di musicale, ma infine non soltanto - da godere, da vivere, da ascoltare. Luigi Pestalozza - testo di presentazione di Escaleras. Escaleras - ESCALERAS: ten soundtracks of Passion. The duo Clemente - Pérez Forte gives us a cd all to listen...and to listen! Li abbiamo sentiti nel live che hanno tenuto lo scorso 8 dicembre presso l'associazione torinese A puro tango di Pedro e Rolo Monteleone e ci hanno davvero convinto: stiamo parlando del duo JAVIER PÉREZ FORTE e Felice CLEMENTE, autori del cd Escaleras. Distribuito da Crocevia di Suoni Records, il lavoro si compone di dieci tracce di tango jazz o, meglio, di folktangojazz del Sudamerica. Il tango dell'argentino JAVIER PÉREZ FORTE e il jazz dell'italiano Felice CLEMENTE si incontrano in maniera mai banale: La cumparsita, O que sera, 3x4 sono solo alcuni esempi di un lavoro privo di retorica e ricco di creatività. JAVIER PÉREZ FORTE, compositore e chitarrista argentino, è in Italia dal 1988; ha realizzato musica per strumenti solisti, per insiemi da camera e per orchestra. Ha firmato numerose colonne sonore di film e documentari - tra i quali alcuni documentari per GEO (RAI) - musica per il teatro, spettacoli di musica e poesia e ha al suo attivo un'intensa attività concertistica. Felice CLEMENTE è sassofonista, clarinettista e compositore. Ha ereditato la passione per la musica dal nonno, maestro in clarinetto, e ha studiato al Conservatorio di Milano. La scoperta del jazz lo ha portato ad approfondire il genere con illustri sassofonisti. Nel 1998 ha fondato il Felice CLEMENTE Quintet, nel 2001 è stato compositore e coarrangiatore del musical La principessa Neghitò per il Teatro delle Erbe di Milano e nel 2007 ha creato una propria etichetta discografica Crocevia di Suoni Records. Autore di jingle pubblicitari, è stato definito da Enzo Siciliano il miglior giovane sassofonista italiano e dall'americano Cadence Magazine un talento destinato a fare la storia del jazz. EDITANGO - febbraio, marzo, aprile 2008 a cura di Ivo Carrozzini > EDITANGO la prima rivista italiana dedicata al tango argentino. Escaleras is a great disk... Avevamo imparato ad apprezzare il lavoro di questo sassofonista italiano dal suo secondo disco “Inside me” e soprattutto, per quanto riguarda il sottoscritto, da “Perfect world”, sua terza fatica. Allora già avevamo notato quanto a questo musicista piacesse variare e provare nuove soluzioni: dal sestetto al quintetto, tornando su di un più canonico quartetto per “Perfect world”. Per “Escaleras” ecco l’idea del duetto: Felice CLEMENTE al sax tenore e soprano e JAVIER PEREZ FORTE alla chitarra classica. Il disco prende avvio con un motivo immediatamente coinvolgente “Milonga villera”, scritto dallo stesso PEREZ FORTE, che mette subito in luce la pariteticità e coesione della coppia con un lavoro continuo della chitarra e i fraseggi del sax. Un famoso tango è quello che si può ascoltare nel secondo brano, dove l’impostazione viene data dalla chitarra e l’inserimento del sax porta verso un dialogo che si sviluppa all’interno di tutto il brano (“La cumparsita”). L’emergere delle capacità e delle possibilità dialogiche arriva da un connubio inatteso a livello strumentale: chitarra e sax. Durante l’ascolto del disco però il loro suonare diventa quasi da subito familiare: il suono e le composizioni, i fraseggi e i dialoghi sono gestiti con tale fluidità e naturalezza da togliere l’idea della mancanza di un “tertium datur strumentale”. Cito qui un inciso della lettera che presenta l’album, scritta da Luigi Pestalozza, noto docente e critico musicale, che sottolinea in modo puntuale i tratti essenziali del disco, come ad esempio quello del sottotitolo nascosto “folktangojazz del Sudamerica”. Termine questo che indica un legame, una mescolanza dove emergono i tratti distintivi delle singole origini. L’avvicinamento al jazz di PEREZ FORTE infatti mantiene intatti i suoi studi sul folklore. Esattamente lo stesso vale per CLEMENTE, che, come dice ancora Pestalozza, parafrasa il jazz e lo rende affine al sentimento sudamericano senza però scadere mai nell’adattamento. L’alternanza dei brani composti dall’uno o dall’altro rende bene sia la capacità e l’affinità dei due al dialogo sia il mutare delle sensazioni e del colore attorno alla composizione. Ascoltare “Déjà vu”, brano composto da CLEMENTE, in cui il sax si esalta con fraseggi verticali che concedono all’ascoltatore una sensazione tanto diversa quanto affine ad altri brani scritti da PEREZ FORTE. “Escaleras” è un ottimo disco, di quelli che avvolgono, che si ascoltano e si riascoltano. MESCALINA – Rivista On-line di musica e cultura (marzo 2008) Escaleras - The True Latin Soul - Clemente - Pérez Forte Escaleras Di musica sudamericana ce n'è in giro fin troppa: tanghi, cumbie, presunte bossanove, nella pubblicità, nei lounge bar, persino nei nastri registrati di attesa sui telefoni. Eppure, c'è qualcosa che manca in queste melodie muscolose, buone solo per ballare. Mancano la grazia, la dolcezza, la nostalgia; manca l'anima che rende grande la musica latinoamericana autentica. E' proprio questa anima latina a caratterizzare il disco di Felice CLEMENTE, sassofonista soprano e tenore, e JAVIER PEREZ FORTE, chitarrista classico. I dieci brani in scaletta sono un campionario perfetto e variegato di melodie, ritmi e sapori sudamericani, ma la tavolozza dei due non ha bisogno di colori sgargianti per comunicare l'amore per questa musica e il suo fascino. CLEMENTE e PÉREZ FORTE firmano ciascuno due brani, gli altri sei sono classici del Continente, soprattutto brasiliani e argentini, ma non solo samba e tango. Splendido il lavoro del chitarrista, e magnifico CLEMENTE al soprano in O que serà di Chico Buarque (cantata dalla Mannoia) e al tenore in Manha do carnaval e Alfonsina y el mar, dolente ballata resa immortale da Mercedes Sosa. FAMIGLIA CRISTIANA n.9/2008 a cura di Roberto Parmeggiani - il giudizio di famiglia cristiana: 4 stelle Escaleras... Soft interplay, all substance, that leaves bright traces. Conoscevamo Felice CLEMENTE come uno dei più promettenti sassofonisti italiani, ben radicato in quell’ambito espressivo hard pop che non sempre riesce a riservare sorprese all’ascoltatore, per infinite declinazioni d’intenti accumulatesi negli anni. E’ una bella sorpresa, dunque, questo sodalizio stretto con il chitarrista acustico argentino JAVIER PÉREZ FORTE, una puntata in quell’etnojazz di sintesi che ha la punta di diamante, in Italia, nell’opera degli Aires Tango. Molti i classici sudamericani qui presenti, da O que será ad Alfonsina y el mar, affrontati con una sorta di serrato, morbidissimo interplay tutto sostanza che lascia tracce luminose soprattutto quando CLEMENTE imbraccia il sax soprano. WORLD MUSIC MAGAZINE n. 89 marzo-aprile 2008 - a cura di Guido Festinese Escaleras – An album of rare beauty. Il sax del milanese CLEMENTE incontra la chitarra classica dell’argentino JAVIER PÉREZ FORTE nel progetto di “folktangojazz”. Brani originali e riletture (da Manhà de Carnaval a El Choclo). Un album di rara bellezza. Roberto Casalini – Io donna (Corriere della Sera) 3 maggio 2008 – N.18 Escaleras - A disk of atmospheres, of nostalgic sounds and soft allusions Il sottotitolo dell'Album è “Folktangojazz del Sudamerica” e ben illustra le intenzioni dei protagonisti di fondere due grandi tradizioni musicali, accostando il lessico del jazz a brani e condotta ritmica del folklore argentino, guardato in questo caso dal versante più intimo e malinconico. Uscito per Crocevia di Suoni, etichetta fondata dallo stesso CLEMENTE, il lavoro si basa sull’intesa fra i due co-leader (che non a caso condividono da anni la militanza nel gruppo Nuevos Aires) e l’inusuale incontro fra chitarra classica e sassofono, ben gestito nel suono e nello scambio di ruoli. In particolare, PÉREZ FORTE, argentino d’origine e italiano d’adozione, sfoggia la sua profonda conoscenza del linguaggio e un’ammirevole tecnica strumentale, cesellando una performance da virtuoso del genere. Oltre alla sensibilità nel maneggiare temi strafamosi e dalle fortissime radici popolari come El Choclo e La Cumparsita, spiccano la struggente versione di O que será di Chico Buarque, una delle due deviazioni verso il secondo paese simbolo del Sudamerica (l’altra meno convincente Manha de carnaval), la meravigliosa Carnavalito del duende, e i temi composti proprio da CLEMENTE, nei quali il sassofonista ritrova i territori più familiari del solo jazzistico. Un disco di atmosfere, di nostalgia e di morbide allusioni. Valentino Casali - JAZZiT - maggio/giugno 2008 Escaleras - A couple of musicians unusual and adventurous Una piccola parata d'infinite miserie e grande dolcezza in questa famosa melodia di Montevideo (La Cumparsita) abbracciata da Buenos Aires. Ottimamente inserita tra le destinazioni folktangojazz servite dal nuovo album Escaleras (etichetta Crocevia di Suoni), dal sax di CLEMENTE con la sapiente guida chitarristica del navigatore argentino PEREZ FORTE. Un tandem inusuale e avventuroso, da diari della motocicletta, che funziona bene ai bassi regimi dell'ascolto passeggero ma che poi come per scommessa sa inerpicarsi su tra i passi andini della musica da meditazione, e tornare giù per una milonga del tramonto, affettuosa come qualche vino rosso. Andrea Canei - rivista INTERNAZIONALE - giugno 2008 Escaleras - Tango in Liszt - style Felice CLEMENTE sassofonista e JAVIER PÉREZ FORTE chitarrista, insieme per un disco che parla in jazz morbido la lingua del tango, distendendo in sofisticato ascolto La cumparsita o El choclo, o la Milonga villera, trasformando in reminescenza classica una danza sanguigna. Luigi Pestalozza ci crede, in questi due, e per loro introduce Escaleras, il disco: Questo vostro suonare mi rimanda a un altro ottocentesco precursore del rapporto con le diverse, lontane, culture musicali, non esoticamente, eurocentricamente, condotto, ma anzi diretto a scoprirne e comunicarne la vera identità culturale, musicale. A Liszt. Alle sue pianistiche parafrasi. Daniele Martino - il Giornale della musica - settembre 2008
BEFORE 2009: Nuevos Aires - Buenos Tangos: bel gioco di parole, buoni tanghi, per un gruppo giovane e ambizioso che esiste da 5 anni. Venti nuovi arrivano all’orecchio dell’ascoltatore da questa prova in cui la scelta del materiale interpretato va dalla Guardia Vieja al Tango Nuevo, suo punto di forza. Forse il nome indirizza troppo verso la sfera del tango contemporaneo d’avanguardia, mentre invece si tratta piuttosto di un modo di confrontarsi con il repertorio convenzionale. Il quintetto è composto da quattro strumentisti di talento (chitarra, flauto, pianoforte, contrabbasso) e da una cantante dal timbro scuro e appena ruvido, con un’impostazione vocale molto adatta al genere e grandi capacità espressive. In cinque brani è presente il bandoneón, come strumento invitato. Da noi sono ancora sconosciuti. Si distaccano in modo particolare il chitarrista JAVIER PÉREZ FORTE, che con il suo strumento si fa notare soprattutto in due brani (Cuesta abajo, Milonga Nostra), e la pianista Mariana Bevacqua, per la sua maniera intelligente e di rilievo di accompagnare per accordi e per una commuovente versione jazzata per piano solo di Fuimos. La scelta dei brani è molto piacevole, bella sia da ascoltare che da ballare (14 tangos, 2 milongas, 1 vals). Brani conosciuti (come Cambalache, La última curda, Sur, Balada para un loco) si alternano a composizioni nuove e interessanti, tra cui se ne segnalano in particolare tre, originali, molto riuscite: Las rosas de ayer e Grito final (di Mariana Bevacqua) e Ad Hoc di Javier Pérez Forte: quest’ultima veramente una perla del Nuevo Tango. Recensione di Gerhard Litterst al cd Buenos Tangos, apparsa sulla rivista Tango Danza, Bielefeld 2003
Un quintetto fa rivivere la grande lezione argentina. Sono ‘armati’ di flauto, chitarra, pianoforte, contrabbasso senza dimenticare il bandoneon e una struggente voce femminile. Loro sono i Nuevos Aires e, come lascia intendere la denominazione sociale, rileggono la grande tradizione del tango alla luce delle innovazioni moderniste. L’album Buenos Tangos ha numeri a sufficienza per conquistare anche i non iniziati al culto di Gardel. Diciassette tracce, tra le quali spicca una rilettura commovente di Milonga de mis amores, che si muovono sospese in un mondo fatato di malinconia dove i suoni sembrano provenire da distanze indicibili. Un album ricercato, come dimostra la versione di Las rosas de ayer, che però s’insinua dritto sino al cuore attraverso gocce di passione e squarci di sensualità. Merito, ovviamente, oltre che di un repertorio inossidabile, anche della perizia strumentale dei musicisti che, evitando il rischio del perfezionismo fine a se stesso, dimostrano di saper dialogare con il presente pur essendo custodi di una tradizione ben codificata e riconoscibile. Eppure il fascino di questi suoni risiede proprio lungo il crinale dove il passato interroga il presente e il futuro. A passo di tango, ovviamente. Il Giorno 2003
[...] L’ensemble Nuevos Aires, con la sua delicatezza e al tempo stesso viscera pulsante, ci riporta a Buenos Aires, città-Babele di radici spagnole, che guarda attenta alla cultura francese, accoglie il gaucho senza terra e l’italiano senza paese. Due anime di frontiera che creano un genere musicale anch’esso di frontiera. Notevole l’interazione della splendida voce della cantante italo argentina Paola dell’Erba con i soffi del flauto di Anna Cattoretti, le corde pizzicate e percosse dalla chitarra di JAVIER PÉREZ FORTE, dal piano di Mariana Bevacqua e dal contrabbasso di Franco Finocchiaro impreziosita dalla partecipazione del brillante bandoneonista Facundo Torres. Il repertorio si articola tra il tango delle origini, passando per Piazzolla per giungere alle sue contemporanee venature. Pregevoli gli arrangiamenti che sorreggono le liriche di Manzi, Borges e Ferrer. Sottolineamo la porosa Cambalache, la terzinata Flor de lino, la intima Milonga nostra, la fascinosa Sur. Sarà possibile il sud? Sarà possibile? Se si guardasse allo specchio si riconoscerebbe. Il tango è un sentimento che si balla. Un modo di pensare. È memoria collettiva. Ed è fondamentalmente nostalgia per quello che non c'è più o che potrebbe essere stato. Recensione di Giuseppe De Trizio al cd Buenos Tangos, portale di World Music Cupa Cupa 2003
[...] Il quartetto strumentale composto da flauto (Anna Cattoretti), chitarra (JAVIER PÉREZ FORTE), pianoforte (Mariana Bevacqua) e contrabbasso (Franco Finocchiaro) è arricchito dalla personalità della voce (Paóla Dell'Erba), che fa vivere le poesie di Manzi, Discépolo, Castillo, Borges, Ferrer ed altri. L'essenza del Tango è ben colta con originali arrangiamenti di tangos, milongas (Milonga de mis amores-Pedro Laurenz - José Marìa Contursi) e valses (Flor de lino-Héctor Stamponi - Homero Expósito), sintesi di fedeltà alla tradizione e senso di libertà interpretativa. [...] l'intensità della musica di Buenos Aires fa muovere gli strumenti come un unico cuore che pulsa. [...] Viceversa (Melissa Mattiussi) 2003
Grande entusiasmo per la serata finale [...]. Stile impeccabile e atmosfera caliente per i «Nuevos Aires». [...] ascoltare la voce di Paóla Dell’Erba è stato un esclusivo piacere; così come vedere le esibizioni degli inquietanti ballerini Marzia Colangelo e Rocco Tremoglie, che hanno riempito l’aria di affascinanti disegni. Molto gradevole e trascinante l’orchestra con Anna Cattoretti al flauto, JAVIER PÉREZ FORTE alla chitarra, Mariana Bevacqua al pianoforte e Valerio Della Fonte al contrabbasso. Tutti i musicisti hanno impreziosito i loro ruoli con catturanti spunti solistici; l’insieme ha suscitato entusiasmi crescenti, che sono diventati acclamazione quando sono risuonate le note di “El último café”, e addirittura ovazione alla fine dello spettacolo. Molte le grida di “otra!” a testimoniare la presenza in sala di oriundi argentini o almeno di spettatori già esperti e consapevoli dell’atmosfera “tanghéra”. Una serata tutta da godere [...]. L’Adige (Leonardo Franchini) 1999
Grandi serate al Conservatorio. Ieri sera, giovedì, “Il tango argentino tra otto e novecento” con il cuarteto Nuevos Aires composto dal chitarrista JAVIER PÉREZ FORTE, dalla flautista Anna Cattoretti, dal contrabbasso di Franco Finocchiaro e dalla splendida voce di Maria Isabel Garcia. Il concerto in Sala Puccini, organizzato dalla Fondazione Guido Cantelli, ha ottenuto enorme successo. Giuseppe Tropea, Il Giornale Nuovo, Milano 2000
...espectáculo de gran jerarquía... El Diario de Carlos Paz, Córdoba 1998
...l’ottimo chitarrista PÉREZ FORTE... L’Arena, Verona 1995
...Ottimo lo strumentale del cuarteto Nuevos Aires, con una nota di merito in più per il chitarrista JAVIER PÉREZ FORTE... La Provincia, Cremona 1998
....La chitarra di PÉREZ FORTE crea in scena un’atmosfera malinconica e struggente acuendo la forza interpretativa di questo testo senza tempo... La Repubblica, Milano 1993
...La chitarra dalle splendide musiche di JAVIER PÉREZ FORTE... Città nostra, Cinisello Balsamo 2000
[...] Tanghi e milongas hanno suggerito emozioni e trasporti di nostalgia alla platea. Suggestivo, frizzante o allegro, il repertorio del complesso si è piuttosto rivolto a brani di un certo impegno. Se da un lato il ritmo della musica conquistava il pubblico, dall’altra la malinconica suggestione data dal tango ha prevalso. Il concerto ha riscosso applausi prolungati, tanto che sarebbe stata auspicabile la concessione di un secondo fuori-programma, senza dubbio fortemente gradito. Per una sera l’atmosfera latinoamericana ha riempito i sensi degli ascoltatori... Il Corriere delle Alpi, Alto Adige 2000
[...] I componenti, argentini e italiani, di questo ensemble di prim’ordine hanno offerto un profilo completo del genere: dai primi allegri esordi, fino alle atmosfere sofferte che agitano le opere dei contemporanei, sono stati rivelati tutti gli aspetti che fanno sì che il Tango sia così pieno di fascino. [...] JAVIER PÉREZ FORTE ha suonato la sua chitarra in maniera davvero straordinaria. Il virtuoso argentino ha impreziosito l’esibizione con complicate figurazioni dimostrando, anche nella maniera di ornare, di avere un grande patrimonio d’invenzione e di saper impiegare nei luoghi opportuni effetti particolari, come i colpi sul ponticello o i glissandi, per dare alla musica sempre il giusto slancio. Badische Zeitung, Freiburg am Breisgau 2002
...straordinario viaggio nel tango del cuarteto Nuevos Aires... Il resto del Carlino, Ferrara 2003
Un lunghissimo applauso finale con richiesta di bis ha salutato la conclusione della «noche del tango», lo spettacolo andato in scena nella scorsa serata di giovedì in Curt di Mururn, villa Sioli, nell’ambito della rassegna Villeggiare d’Estate. [...] In un crescendo di emozioni, la musica argentina infatti è ricca di melodie struggenti, gli interpreti del Cuarteto Nuevos Aires hanno regalato momenti di intense emozioni. La Gazzetta, Domitilla Botros 1998
Albums
Watch
Showcase
-
Cleveland Time by Matthew Alec
-
Sarabande Blue by Zvonimir Tot
-
Thank You Mr. Mabern! by Leon Lee Dorsey