Evolución – Empathy, mastery and interpretative ability, good material and
unexpected solutions: a Duo that feels him to his ease in every repertoire and
communicates intense emotions.
Dopo “Escaleras” del 2007 e “Aire Libre” del 2011 ecco ancora insieme il
sassofonista e clarinettista FELICE CLEMENTE e il chitarrista argentino JAVIER PÉREZ
FORTE. L’organico non è certo usuale ma, come già in occasione dei precedenti
album, anche questo “Evolución”, inciso nell’ottobre del 2015, funziona assai bene
grazie ad alcuni fattori facilmente riscontrabili: innanzitutto la maestria dei due
strumentisti che evidenziano altresì grandi capacità interpretative; in secondo luogo
l’empatia che tra i due si è vieppiù consolidata nel corso degli anni; in terzo luogo la
bontà del materiale tematico e degli arrangiamenti. La tracklist è formata da sei
composizioni originali (tre di CLEMENTE e tre di Forte) cui si affiancano tre standard
seppure di diversa natura quali “Oblivion” di Astor Piazzolla, “Besame mucho” di
Velazquez e “Summertime” di Gershwin. Quindi un repertorio assai diversificato che
illustra ancor meglio le qualità del duo che si muove con estrema disinvoltura sui
diversi terreni, comunicando intense emozioni e sempre trovando il giusto equilibrio
tra pagina scritta e improvvisazione . In tal senso da ascoltare soprattutto le
interpretazioni di “Oblivion” e di “Summertime”: nel brano di Piazzolla i due, con una
strumentazione affatto atipica, riescono comunque a trasmettere tutto il pathos
insito nella composizione mentre nel pezzo ‘gershwiniano’ la melodia viene quasi
stravolta da un bellissimo intervento di CLEMENTE che centellina ogni nota mentre
JAVIER fornisce un accompagnamento inusuale adoperando lo strumento, specie
all’inizio, in funzione percussiva.
A proposito di Jazz - online-jazz.net 24/03/2016 - Gerlando Gatto
Evolución – A total understanding, intensive structured dialogues in which each tells
his history between the intimacy of the guitar and the extrovert character of the
saxophones.
I cento volti del Jazz. Maestri di ieri e di oggi dimostrano l’ottima salute della nostra
musica.
L’incipit sincopato e caldo della chitarra classica indica quale sarà il temperamento
del disco (sudamericano); i sassofoni ne definiscono il carattere (afro-americano) e i
due musicisti liberano insieme le loro energie (free) ognuno mantenendo le identità,
propria e del singolo strumento. L’impressione che accompagna buona parte
dell’ascolto è il trovarsi davanti a due dischi incisi in solitudine ma ascoltati in
contemporanea. Questo non toglie nulla all’intesa tra i due musicisti, che è totale e
si basa in larghissima parte su dialoghi serrati in cui ognuno racconta la sua storia,
saldo sulle proprie radici: ci arrivano la forte intimità «stringata» delle corde
argentine sui ritmi di chacarera e milonga e l’estroversa profusione melodica dei
sassofoni. Il pezzo forte del disco è la seconda parte, tra cui una Summertime folk di
grande interesse, e uno dei tre standard di questo terzo lavoro discografico dei due
musicisti; firmano tre pezzi a testa, danno un nuovo sapore (e un nuovo titolo,
Ángeles de la guarda) a un «antico» brano di CLEMENTE e chiudono con Para
siempre di PÉREZ FORTE, un brano fiabesco e l’unico eseguito al clarinetto.
Landriani – Musica Jazz n. 784, p. 6, ‘What’s New - dischi del mese’, marzo 2016
Evolución – Beautiful sounds and an intense messages by an unmistakable Duo
(from the point of view of the sound). A beautiful reality for the national jazz.
Il duo fra il sassofonista italiano, tenore e soprano, Felice CLEMENTE ed il chitarrista
argentino (ma ormai residente in Italia) JAVIER PÉREZ FORTE è ormai ben rodato ed
arrivato, con questa nuova incisione, al terzo lavoro insieme. In questi dieci anni
sono stati alla ricerca di un linguaggio comune, un percorso riuscito visto che questo
duo è, dal punto di vista sonoro, inconfondibile, una bella realtà per il jazz nazionale.
Il titolo fa riferimento all’evoluzione, intesa in tempo temporale, del loro sodalizio, in
fondo sono cambiati anche loro e la musica riflette questo tipo di approccio, aperto
verso il nuovo e che lascia spazio a quello che i due hanno assorbito in questo
tempo. Le composizioni sono dei due, ma è chiaro che non potevano mancare gli
standards, sudamericani e non. Oblivion di Astor Piazzolla è eseguito da CLEMENTE
al sax tenore, la chitarra classica di PÉREZ FORTE lo accompagna con arpeggi e note
che stimolano la verve improvvisativa del sassofonista prima di andare a sua volta in
assolo, un momento molto positivo del disco, che sarebbe piaciuto ad un veterano
come Gato Barbieri. Come non citare il classico Bésame mucho? CLEMENTE è ancora
al sax tenore ed introduce il brano in solitudine con voce calorosa e profonda.
Sembra un momento di riflessione che va avanti per quasi tre minuti, quando
arrivano la corde della chitarra ad accennate il famoso tema, anche loro da sole per
altri due minuti ad accennare una storia di amanti che si cercano e si trovano. Nei
momenti successivi CLEMENTE e PÉREZ FORTE insieme porgono omaggio al famoso
tema, eseguito con una forza straziante e ricca di pathos, comunicando al pubblico
un messaggio molto intenso. Ángeles de la guarda è una composizione di
CLEMENTE, dove ha modo di esprimere la sua bella voce al sax tenore, sempre
appassionato nel suo eloquio. C’è un altro famoso standard in programma,
Summertime di George Gershwin, eseguito in modo moderno, cercando il tema tra
suoni presi percuotendo il corpo della chitarra o eseguendo delle armoniche. Il sax
soprano di CLEMENTE arriva con la sua voce stupenda a eseguire la famosa
composizione, conosciutissima in tante versioni, di jazzisti e non. I due ovviamente
mettono tanta personalità in quello che fanno e ne viene fuori un’esecuzione di alto
livello tecnico espressivo. Il brano finale è Para siempre scritto dal chitarrista, in cui
CLEMENTE è al clarinetto con una voce calda, memore di un Jimmy Giuffre. Gran bel
disco, molto interessante anche per l’ottima qualità della registrazione effettuata
presso lo studio di Stefano Amerio.
Vittorio Lo Conte – MusicZoom, marzo 2016
Evolución –Italian-style Evolution, that doesn't fear comparisons
Evoluzione all'italiana. Il jazz italiano da tempo sa duettare alla pari, senza
complessi d'inferiorità, con grandi solisti di altri paesi come dimostrano alcuni recenti
uscite a cominciare da Evolución (Crocevia di Suoni) che celebra i dieci anni del
sodalizio artistico tra Felice CLEMENTE e l'argentino JAVIER PÉREZ FORTE: come
sempre l'influenza postboppistica del primo ai sassofoni (tenore e soprano) e al
clarinetto, incontra la meditabonda chitarra classica, in questo caso su tre arcinoti
evergreen, da cui sa estrarne ancora qualcosa di nuovo, mentre nei sei original
(scritti da entrambi) prevale la comune identità latina, variamente declinata.
Guido Michelone –Alias/ Il Manifesto 1 marzo 2016
Evolución – Clemente and Pérez Forte: a Friendship in Jazz
Sono ormai dieci anni che FELICE CLEMENTE e JAVIER PÉREZ FORTE fanno coppia
artistica. Sassofonista e clarinettista il primo, chitarrista il secondo, nei loro dischi e
nei concerti si percepisce forte, oltre al piacere di suonare, quello dell'amicizia
personale. E per festeggiare il compleanno del duo, si sono regalati un disco,
Evolución, che presentano al Blue Note in concerto. Già il titolo dice molto:
l'evoluzione di chi ogni tanto si volta indietro e osserva la strada che è stata fatta.
Una strada varia, mai dritta, ma sempre fatta di esplorazioni. «Questo nostro andare
ai confini di un nuovo spazio - dicono - ci ha regalato continuamente momenti di
stupore e di scoperta, gli stessi che speriamo possano vivere i nostri ascoltatori,
ascoltando come abbiamo ibridato gli stili che più amiamo». Che per CLEMENTE è il
jazz classico degli standard, per l'argentino PÉREZ FORTE, il tango e in generale la
musica sudamericana. Piazzolla e Gershwin. Come chiedere di più?
Luigi Bolognini – La Repubblica 25 febbraio 2016
Evolución – A natural Evolution for the Great Duo that celebrates his decennial
Il cd di CLEMENTE e PÉREZ debutta ala Blue Note. Il regno milanese del jazz saluta
stasera il nuovo ispirato disco del sassofonista e clarinettista Felice CLEMENTE e del
chitarrista argentino JAVIER PÉREZ FORTE. L’affiatato duo festeggia così al Blue Note
il decennale del proprio progetto musicale sfociato nel disco Evolución. Dieci anni
che racchiudono tre dischi all’attivo (i precedenti sono Escaleras e Aire libre),
centinaia di concerti e la ricerca di un linguaggio e di una poetica musicale personali.
Tutto racchiuso nel nuovo cd uscito il 5 febbraio, a distanza di 13 anni dall’esordio
discografico di CLEMENTE con Way out Sud e a un anno dall’ultimo 6:35 AM ispirato
dalla sua prima paternità. Felice CLEMENTE è ormai una star del jazz italiano ma
anch’egli, come molti altri nostri talenti, gode quasi di maggiore notorietà all’estero
che in Italia, tanto da essere annoverato in USA tra i giovani «destinati a far la storia
del jazz». «Il percorso fatto finora – dicono CLEMENTE e PÉREZ sulla loro decennale
collaborazione – fa capire che l’evoluzione è stata naturale. E questo per il semplice
piacere di andare avanti, di provare nuovi sentieri, di respirare l’aria di nuove
geografie». «Viandante, non c’è cammino, la via si fa con l’andare, cantava Antonio
Machado.”
Massimo Iondini - L’Avvvenire 25 febbraio 2016
Evolución - Jazz, Liberty of flight and Argentinian passion. The pleasure to play for
the fun of it, in a peer complicity, both the musician aiming on research.
Brani originali e standard, tra jazz e passionalità argentina. Sax e chitarra classica:
‘Evolución’ è incontro tra culture e musicalità nuova
Sassofono e chitarra classica, incontro fra culture lontane che diventa musicalità
nuova.
FELICE CLEMENTE, sax europeo di formazione jazzistica che della musica
improvvisata conserva intatta la libertà di volo, e JAVIER PÉREZ FORTE, chitarrista e
compositore di estrazione classica e di passionalità argentina, nel confronto trovano
il piacere di suonare per il solo gusto di farlo, nella complicità fra pari, quella della
ricerca. E nelle rispettive radici, le basi su cui costruire il linguaggio che racconti di
due sensibilità pronte a contaminarsi restando consapevoli, e fedeli, alle proprie
diversità.
Un continuo confronto, senza mai guardarsi indietro se non per assicurarsi di aver
mai ricalcato le stesse orme. Arrivati al decimo anno di vita del loro progetto
musicale, e alla terza prova discografica, si concedono il lusso di guardare alla
propria avventura proponendo un nuovo passo in avanti. E fotografare il momento
irripetibile del nuovo traguardo appena raggiunto. Evolución altro non è che l'ultima
tappa di un viaggio che è scoperta continua, ricerca del non ancora completamente
esplorato.
«Si va per il piacere di andare avanti, di provare i nuovi sentieri, di respirare l'aria di
nuove geografie. La nostra avventura mi piace pensarla uguale alla storia di
quell'uomo che è in cammino da anni e, quando si volta indietro, osserva la strada
già fatta scoprendo con soddisfazione che i passi sono stati diversi uno dall'altro"
spiega Felice CLEMENTE.
In dieci anni si cambia, dall'approccio al modo di guardare al mondo, di essere
musicisti e uomini. CLEMENTE e PÉREZ FORTE non se lo nascondono, e con
Evolución ne fissano il momento. «Con il nuovo disco si fa un nuovo passo in avanti
e non si ripropongono gli stessi stilemi dei lavori precedenti, perché neanche noi
siamo gli stessi - precisa PÉREZ FORTE -. Tanto le nostre composizioni quanto gli
arrangiamenti degli standard sono impregnati del nostro “essere” in questo
momento».
Nell'alternarsi di brani originali e standard, Evolución non delude le aspettative
suscitate dal titolo. Felice CLEMENTE (tenore, soprano e clarinetto) firma Mi Nena,
Ba’Ba’ e Angeles de la Guarda e sollecitato dalla discreta sensualità della chitarra
trova nuove e più compiute rotondità. E quando si arriva ai brani di PÉREZ FORTE
accetta l'invito a impegnarsi in un dialogo ora più intimo, Octubre ’96, ora più
serrato, in Ay Santiago, o lasciarsi guidare con discrezione nel viaggio di Para
Siempre. Anche gli incontri con classici come Oblivion (Astor Piazzolla) o il più che
abusato Besame Mucho (C. Velasquez) per non dire di Summertime, evolvono in
qualcosa di nuovo. Nella piacevolezza di una sorpresa riuscita.
Paolo Odello - L’Unità 22 febbraio 2016
Evolución - An extraordinary and charming breath of lives, in equilibrium among
what has been and the unexpected embrace of the discovery. A charm and a joy
difficult to describe.
Camminare in versi. Testimoniare un legame di amicizia fraterna attraverso le
coloriture musicali di due ricchezze artistiche e strumentali, porta con sé un fascino
e una gioia difficili da descrivere.
Dieci anni di intese, di fusioni sonore, di poesia d'anima e di melodie femminee. Il
chitarrista JAVIER PÉREZ FORTE e il sassofonista / clarinettista FELICE CLEMENTE
hanno voluto celebrare questo tempo assieme con Evolución, la loro terza uscita
discografica edita dalla etichetta Crocevia di Suoni Records. Un disco che racconta
ciò che li ha avvicinati e come durante il loro percorso di suoni siano riusciti a
identificare e prendersi cura di uno spazio di musica dove stili e linguaggi cercano di
abbellirsi vicendevolmente, dove la scoperta di nuove possibilità creative rende il
loro camminamento in versi piacevole e duraturo. Intensità e dialogo emozionale
fanno sì che l’ascolto delle nove tracce sia uno straordinario e avvincente respiro di
vite in equilibrio tra ciò che è stato e l'inaspettato abbraccio della scoperta.
Daniele Camerlengo - Suono del febbraio 2016
Evolución – Between cheerful passion and yearning melancholy, introspection
nocturnal and solar expansion. To listen more than once.
Il 25 febbraio il Blue Note di Milano ospiterà con un concerto dal vivo la
presentazione ufficiale di “Evolución”, il nuovo lavoro discografico del sassofonista
FELICE CLEMENTE e del chitarrista argentino JAVIER PÉREZ FORTE uscito per i tipi
della Crocevia di Suoni.
Il duo celebra dieci anni di attività contrassegnata da ben tre cd e numerosi concerti
sui palcoscenici internazionali ed “Evolución” rappresenta proprio un ulteriore passo
avanti in questo cammino comune. Nelle note di copertina del cd leggiamo una
sintesi di questo pensiero: “Viandante non c’è cammino, la via si fa con l’andare
cantava Antonio Machado: così questo nostro “andare” tra alfabeti ai confini di un
nuovo spazio ci ha regalato continuamente momenti di stupore e di scoperta, gli
stessi che speriamo possano vivere i nostri ascoltatori seguendoci attraverso questo
spazio musicale reinventato ibridando gli stili che più amiamo.”
Questa registrazione è un intreccio di suoni, ritmi e colori derivanti dall’incontro di
culture geograficamente distanti, quelle degli artisti e dei paesi che con la loro
musica hanno attraversato.
In viaggio tra Europa, Africa e regioni latinoamericane, le composizioni di
“Evolución” assorbono e reinventano i codici linguistici delle rispettive tradizioni, in
un connubio da cui originano atmosfere dai colori intensi sempre diverse. Gioiosa
passionalità e struggente malinconia, introspezione notturna e solare espansione,
entusiastico sguardo sulle infinite sfaccettature dell’animo umano e sulla sua
camaleontica capacità di vestire abiti diversi e andare sempre un po’ oltre il
conosciuto.
Non sarebbe corretto cercare un’etichetta per questa musica che abbraccia con
calore sincero l’universale linguaggio del mondo, creando una grammatica nuova in
cui il segno è metamorfosi finalizzata all’adesione del contenuto. La poetica del duo
abbatte i confini e cerca una commistione proficua nella creazione artistica,
un’estetica dell’ascolto il cui orecchio è posato sull’infinita bellezza del mondo di cui
assorbe gli innumerevoli suoni.
Sono tre gli standard che si ascoltano in “Evolución”: un’inedita versione di
“Oblivion”, una rivisitazione di “Besame mucho” affidata al solismo alternato e
fortemente caratterizzato dei due strumentisti che tornano a incontrarsi sulla linea
melodica del tema principale solo alla fine del pezzo, e infine la gershwiniana
“Summertime” introdotta da una lunga linea del sax soprano di CLEMENTE su uno
sfondo sonoro che sa di metropoli e che gradualmente si fa swing morbido e
rassicurante.
Denso di felici sorprese, “Evolución” si ascolta con piacere. Più di una volta.
Paola Parri - Milano Platinum del 17/02/2016
http://www.milanoplatinum.com/evolucion-il-duo-clemente-perez-al-blue-note-di-
milano.html
Evolución – A communicative immediateness, an instinctive before than cultural
creativity, in the new original pieces. High interpretative school in the standards,
brilliantly executed.
L'accoppiata CLEMENTE/PEREZ FORTE non è nuova con le sue performance
discografiche. Ci sono due lavori precedenti e concerti che ne testimoniano il
sodalizio. Chitarra classica e sassofoni sono un'abbinata vincente che lascia spazio
libero alla creatività: è proprio quest'ultima la chiave di lettura di Evolución.
L'impressione che se ne ricava è quella di due musicisti che s'incontrano e danno
libero sfogo alle loro inventive e risorse musicali, attraverso la creazione di una
musica che si muove su più registri e generi introiettandoli all'interno di ogni singolo
brano.
Sotto una calotta camerale, CLEMENTE e PEREZ FORTE inscenano un concerto dove
il tango incontra il jazz e il jazz incontra il Sud America colto e raffinato. Un pastiche
istintivo prima che culturale contraddistingue le invenzioni dei due, con inserti qua e
là di temi e reminiscenze improvvisate che aprono spazi di fuga a vicoli altrimenti
ciechi. Tra le loro creazioni originali, che hanno nomi e sensi ispanici, si stagliano
due momenti di alta scuola interpretativa, dove la tensione fisica e tecnica ammanta
di luce propria e originale brillantezza le versioni di Oblivion di Piazzolla e
Summertime di Gershwin. Evolución è un disco che restituisce un senso di
spontaneità e immediatezza comunicativa e nello stesso tempo un forte sentimento
e passione verso sonorità e temi che coinvolgono e affascinano.
Flavio Caprera - Jazz Convention del 14/02/2016
http://www.jazzconvention.net/index.php?
option=com_content&view=article&id=2804:felice-clementejavier-perez-forte-
evolucion&catid=2:recensioni&Itemid=11
Evolución – Two noble souls from which gush out a vibrating mediterranity and an
ardent communicativeness.
Due anime nobili dalle quali sgorgano una vibrante mediterraneità e un’ardente
comunicatività che creano una fatata simbiosi alchemica. Il sassofonista jazz e
compositore FELICE CLEMENTE e il chitarrista e compositore argentino JAVIER
PÉREZ FORTE concepiscono una nuova creatura discografica, intitolata “Evolución”,
che coniuga saggiamente l’amore per il tango argentino, per la musica eurocolta e
per il jazz. I brani presenti nel cd sono nove, di cui Oblivion (A. Piazzolla), Bésame
Mucho (C. Velázquez) e Summertime (G. Gershwin) non sono autografati dagli
autori del disco. Mi Mena (CLEMENTE) spicca per radiosità espressiva. CLEMENTE dà
vita a un fraseggio particolarmente sinuoso e serrato, arricchito da una brillante
citazione rollinsiana (St. Thomas). PÉREZ FORTE lo sostiene vigorosamente, con un
comping percussivo e decisamente trascinante. La struttura armonica di Ba’-Ba’
(CLEMENTE) è assai interessante. Qui l’incedere sassofonistico è finemente
sussurrato e carico di nerbo al contempo, impreziosito da alcuni fulminei sprint
cromatici. Octubre Del ’96 (PÉREZ FORTE) è una composizione dal pathos
intensamente evocativo. Il playing di PÉREZ FORTE è profondamente ispirato,
magnetico, dal forte impatto emotivo. “Evolución” rappresenta una sorta di viaggio
immaginifico, durante il quale i decibel emozionali rimangono costantemente alti.
Stefano Dentice - Sound Contest. Musica e altri linguaggi del 15/02/2016
http://www.soundcontest.com/recensioni/felice-clemente-e-javier-perez-forte-
evolucion/
Evolución [interview]- An emotion without labels and a disk "convinced"
Felice CLEMENTE – tra i più noti sassofonisti e clarinettisti del panorama jazzistico
italiano ed internazionale – e JAVIER PÉREZ FORTE – chitarrista argentino conosciuto
ed apprezzato in tutto il mondo – presenteranno il loro nuovo album Evolución al
Blue Note di Milano il 25 febbraio.
In precedenza: Escaleras (2008) e Aire Libre (2012), entrambi editi da Crocevia di
Suoni Records.
La coppia vanta un’intesa personale e musicale lunga dieci anni, frutto di una
concezione aperta e libera della musica, che supera ogni definizione stereotipata,
come traspare dal loro album e dalle loro parole.
Parliamo del vostro nuovo disco Evolución: qual è il filo conduttore di questo lavoro?
FC Senza dubbio l’emozione senza etichette. Chi ascolta il nostro CD, dall’inizio alla
fine non deve porsi la domanda (o il “problema” per alcuni) di che genere di musica
sia o in che “casella” collocarlo. Crediamo che sia quasi un male dei nostri tempi
quello di voler inquadrare ogni cosa e darle un nome. Le nove tracce di Evolución
sono molto diverse tra di loro. Ognuna è un paesaggio molto diverso dall’altro,
eppure, l’emozione, attraverso l’intensità dei diversi momenti, è quella che funge da
compagna di viaggio durante i 55 minuti di musica. Il titolo del disco evidenzia
l’evoluzione del nostro linguaggio in duo che abbiamo intrapreso dieci anni fa e che è
basato sull’equilibrio tra i sax e la chitarra, cercando la sinergia totale.
Evolución è il terzo album che realizzate assieme. Come nasce questo dialogo tra
sassofono e chitarra?
JPF Nasce, come di solito succede nelle amicizie più salde, per puro caso. Avevo
avuto la richiesta di fare un concerto nel giro di tre giorni. Ho pensato che in un
tempo così ristretto soltanto con un bravo jazzista si poteva montare un repertorio
in pochi giorni e una prova. Conoscevo già Felice e ho chiamato lui. Ci siamo
talmente divertiti (e anche il pubblico) durante quel concerto, che abbiamo deciso di
non abbandonare quel “sound” come un episodio effimero. A questo progetto di base
si sono aggiunti i nostri percorsi simili e cioè: entrambi di formazione classica ma
con una passione aggiunta per il jazz, uno, e per il tango argentino l’altro. Non
abbiamo fatto nessuna fatica a fondere questi strumenti come la possibilità più
normale e naturale.
Quale aggettivo usereste per definire il vostro nuovo album?
FC “Convinto”. Perché? Per il semplice motivo che niente di quello che viene
proposto nel nostro nuovo album è il risultato di speculazioni estetiche o di strategie
di mercato. Ogni nota che suoniamo è stata prodotta dalla nostra convinzione
espressiva, intellettuale ed emotiva.
Strumenti Musicali del 14/02/2016
http://www.strumentimusicalinews.it/felice-clemente-e-javier-perez-forte-saranno-
al-blue-note-il-25-febbraio/
Evolución - Guitar and Winds amalgamate with almost atavistic naturalness between
poetry and innovation. An intense and delicate dialogue.
Evoluzione. In quest’aggettivo la chiave di volta dell’album che vede il sassofonista
milanese e il cosmopolita chitarrista argentino incontrarsi in terra latinoamericana, e
raccontare, attraverso nove brani, un continente còlto e popolare insieme, solare e
crepuscolare, fatalista e ribelle, affascinante nelle sue contraddizioni così come nella
ricchezza di suoni e linguaggi che lo caratterizza. Una ricchezza ripercorsa attraverso
un repertorio di composizioni originali e standard della tradizione, strizzando l’occhio
alla Broadway di Gershwin e all’Europa di Piazzolla. Incursioni jazzistiche che
ampliano lo spettro dell’indagine di FORTE e CLEMENTE, la cui evoluzione ha un
duplice aspetto: nell’approccio alla musica latinoamericana (dopo le prove di
Escaleras e Aire Libre), e nel loro stile jazzistico, che nel tempo ha acquisito un
timbro.
Un universo complesso, quella della musica latinoamericana, alla quale si possono
attribuire tre anime: quella bianca (europea, soprattutto portoghese), quella
africana, e quella indigena. Dalla tradizione musicale europea (barocca,
rinascimentale, ma anche popolare), la musica latinoamericana ha ottenuto la
melodia e la ricchezza armonica; dalla tradizione degli schiavi neri ha attinto il ritmo
e gli strumenti, e dalla cultura degli Indios il temperamento e il carattere. CLEMENTE
e FORTE si muovono con disinvoltura in mezzo a questo caleidoscopio di brani
romantici e a tratti malinconici che si alternano ad altri più allegri, ma comunque
lontani dallo stereotipo samba/bossa nova.
Apre l’album Mi nena, una briosa, calda, passionale ballata su un amore intenso,
intrisa di quella solarità che il clarinetto interpreta spargendo note come fossero una
carezza sull’oceano. L’assenza di un testo non pregiudica l’atmosfera e la verità del
brano, che la delicatezza degli strumenti sembra anzi accentuare. La chitarra
classica è infatti pizzicata con sensualità. Ay Santiago è una struggente ballata
intrisa di saudade, suggerita da una chitarra crepuscolare, suonata come fosse
un’arpa, e sulla quale s’innesta un delicato sax tenore, che costruisce una melodia
lunare e introspettiva.
Briosa la parte centrale, con una ronzante chitarra che suggerisce il timbro
cromatico di Salvador Dalì, con i suoi ‘voli d’ape‘. Sulle stesse tonalità, Ángeles de la
Guarda – intenso dialogo fra chitarra e sax soprano, con quest’ultimo impegnato in
coinvolgenti scale timbriche dai toni appena nostalgici –, e Bésame Mucho,
introdotta da un insistito a solo di sax soprano, cui segue una meditativa chitarra
classica, che a tratti tocca le corde del blues di Robert Johnson. Accattivante la
rilettura di Summertime, caratterizzata da un sax soprano di gusto newyorkese, ma
mai sopra le righe, cui fa da spalla una chitarra ‘ibrida‘, in equilibrio fra classicismo e
virtuosismo.
In chiusura, Para Siempre lascia all’ascoltatore la sensazione di una terra complessa,
raccontata con uno stile jazzistico dall’approccio intellettuale e istintivo insieme, che
affronta la tradizione sudamericana affiancandovi atmosfere preraffaellite, che
ricordano i tramonti e gli acquitrini scozzesi, fondendo idealmente due scuole di
pensiero romantico. Chitarra e fiati si amalgamano con una naturalezza quasi
atavica, fra poesia e innovazione. Un jazz atipico, dai connotati latinoamericani
meno ‘colorati‘ di quanto ci si possa attendere, per intenditori e amanti del genere.
Niccolò Lucarelli - Musica, Sorsi di jazz / ArtNoise del 06/02/2016
http://www.artnoise.it/clemente-e-forte-evolucion/
Evolución – The happy symbiosis becomes evident also in third disk. Three
standards are too many for musicians ables to jump without fear, with them strong
and creative sonority.
I sassofoni e il clarinetto di CLEMENTE hanno stretto un patto ormai decennale con
la chitarra classica di PÉREZ FORTE e la felice simbiosi si manifesta con evidenza
anche al terzo disco. In particolare le sonorità di CLEMENTE risultano robuste e
creative, e questo ci fa dire che tre standard abusati (Oblivión, Besame Mucho,
Summertime) sono troppi e che non sarebbe male, al prossimo turno, lanciarsi a
rotta di collo e senza paura giù da qualche discesa strapiombante.
Piercarlo Poggio, Blow Up Magazine # 212 genn. 2016
Evolución – A 'communion of souls' that evolves indeed, but it is able to reach
everybody. A shared exploration, in music, of the human mind.
Verrà edito venerdì 5 febbraio, con presentazione live il 25 al Blue Note di Milano
prima di un lungo tour, Evolución, terzo episodio in dieci anni della collaborazione fra
il chitarrista classico argentino JAVIER PÉREZ FORTE e il nostro sassofonista jazz -
nonché clarinettista di formazione anche classica FELICE CLEMENTE, incluso negli
States tra i giovani «destinati a fare la storia del jazz».
E a distanza di tredici anni dal debutto di Way Out Sud, a soli dodici mesi dal
precedente 6:35 AM, un CLEMENTE giunto ormai in doppia cifra nella discografia,
conferma sempre più quanto citato sopra: e non è estranea alla sua crescita, anzi, la
comunione di anime, prima ancora che di ricerca musicale, con cui egli e PÉREZ
FORTE ‘ibridano’ più stili, evitano ogni classificazione, mescolano Italia e Argentina,
tango jazz, temi cantabili e suggestioni colte, soprattutto musica e appunto anima.
Sino a dar vita a un terzo episodio in duo che sublima i precedenti, Escaleras e Aire
Libre, per consapevolezza e naturalezza di un’ormai compiuta fusione tra gli
strumenti e per matura profondità dei rimandi interni alle intuizioni compositive,
dentro un quadro artistico che pur se composito (in scaletta ci sono tre inediti a
testa e 3 standard) e apparentemente dominato dalla presenza scenica del sax, si
segnala come percorso molto coeso di esplorazione condivisa, in musica, dell'animo
umano.
Di primo acchito la qualità e l'originalità del cd sono ben rappresentati dagli
standard: Oblivión di Piazzolla, che a tratti commuove dalla capacità di riscrivere,
con poesia, materiale per molti versi risaputo; Besame Mucho in cui il tema entro
dopo cinque minuti di coraggiosa destrutturazione dello spartito, tra il jazz dei fiati e
la musica colta di una chitarra agita sui bassi; e quella Summertime che PÉREZ
FORTE colora di puntinismo, mentre CLEMENTE ne espone l'inconfondibile voce, con
il risultato di regalare a Gershwin una poco usuale e sospesa drammaticità, più
avanti nella rilettura pure esasperata ritmicamente.
Ma non vanno sottovalutati i brani originali, di questo duo che in Evolución evolve
davvero e ben oltre i paletti soliti al jazz nostrano. Ay Santiago attinge ad hard bop e
Satie; Mi nena è viaggio emotivo chiaro e scuro al contempo; Octubre del ‘96 e
Ángeles de la guarda volano alto per partitura e tocco, evocando spiragli spirituali
profondi. Poi la finale Para Siempre, come già in parte accade in Ba’-Ba’, osa ricerca
quasi pura, per nulla facile eppure senz'altro in grado di arrivare a tutti: perché
CLEMENTE e PÉREZ FORTE, il primo confermandosi talento assoluto del jazz non solo
tricolore, non usano le note in senso virtuosistico, ma tramite la loro ricerca in esse,
scavano nell'intimo di sé e dell’ascoltatore, riuscendo a dare profondità spesso
inaudite all’impatto sonoro - di suo essenziale (per quanto non certo ricorrente nella
storia del jazz) - che sorge dall’interagire del sax o del clarinetto, con la chitarra
acustica.
Andrea Pedrinelli - Avvenire del 29/01/2016
Evolución – A beautifull jazz-CD with 3 stardard arranged in exceptional way
Il duo FELICE CLEMENTE & JAVIER PÉREZ FORTE è uno dei più interessanti e
originali del panorama musicale internazionale che abbiamo ascoltato negli ultimi
mesi. Anche l’ultimo album, Evolución (Crocevia di Suoni Records, 2016 – distr. IRD)
è il risultato di una lunga e meticolosa ricerca, frutto di una concezione aperta e
libera della musica, in grado di superare steccati e stili. Senza mezzi termini, questo
è un bellissimo disco di jazz contenente anche tre standard svolti strepitosamente.
Mi Caribe www.micaribe.it del 24/01/2016
Aire Libre - Occasions of telepathic agreement in impro jazz and a beautifull musical
flow
Una geniale citazione da Borges introduce le dieci composizioni di questo bel lavoro,
non il primo in cui il sassofonista e clarinettista Felice CLEMENTE sceglie la formula
del dialogo con un altro strumentista: «Per fortuna non dobbiamo rispondere a una
sola tradizione: possiamo ambire a tutte». In musica significa che il viaggio fra le
ance di CLEMENTE e le corde della chitarra classica di Forte tocca la musica
sudamericana, suggestioni classiche, idee afro, momenti di telepatica intesa in impro
jazz. Nessun rischio di rimanere frastornati: è un flusso elegante e perfettamente
logico, quindi assai godibile.
ALIAS - Il Manifesto del 08.09.2012 - Guido Festinese - 3 stelle ovvero "saporito"
Aire Libre - Rare and happy event: sax and classical guitar are able to create a "plus
value"
Evento raro che fa di questo lavoro per duo, utile e articolato, un episodio molto
felice delle musiche di frontiera per il 2012. Sax e chitarra classica realizzano un
obiettivo che solitamente non viene raggiunto nei pur numerosi progetti di
crossover: non limitarsi a sommare (anche bene, come capita) generi e stili, ma
arrivare ad un totale, ad un risultato capace d'esser non tanto più della somma
quanto piuttosto "altro", il valore aggiunto a quel sommare.
Moderata modernità, una più sobria contemporaneità, amore per il classicismo e
sapienza esecutiva si condensano attorno ad una piacevole musicalità che, altro
punto raro a favore, scivola lieve lungo tutto il percorso, lasciando "colto" ed elevato
il linguaggio senza snobismi di sorta, aperto e senza timori verso la linearità.
Recensito su Suono n° 468 del 9-2012
SUONO n. 468 del 09.2012 - Pier Luigi Zanzi - voto artistico: 8.5 - voto tecnico: 7.5
ovvero i migliori della classifica dei 9 migliori del numero segnalati sul sito
Aire Libre - Concert
“Peperoncino Jazz Festival” a Cetraro, attesi nuovi ospiti
Dopo il memorabile concerto di Stefano Bollani nella magnifica cornice scenografica
del Porto Turistico, che ieri sera (lunedì 13 agosto), in nome della legalità, ha
richiamato a Cetraro centinaia di spettatori provenienti da tutta la regione, l’11°
edizione del Peperoncino Jazz Festival (rassegna itinerante nelle più belle località
calabresi organizzata dall’Associazione Picanto sotto la direzione artistica di Sergio
Gimigliano, vincitrice del prestigioso Jazzit Award 2011 come “Miglior Festival Jazz
d’Italia” e degli esclusivi premi “Best Book/Catalogue” e “Best Territory
Improvement” assegnati a Bologna nel corso dell’ultima edizione di Festival of
Festivals) prosegue nel segno del Cetraro Jazz (evento alla sua 5° edizione ideato
dall’indimenticato musicista cetrarese Ermanno Del Trono), con tre serate ospitate
nella suggestiva cornice del giardino del settecentesco Palazzo Del Trono.
[...] Giovedì 16 agosto, per la seconda delle tre serate in programma nel
caratteristico centro storico di Cetraro, il PJF circuito regionale Calabria Jazz
presenta “AIRE LIBRE”, progetto discografico nato dal sodalizio artistico tra il
chitarrista classico JAVIER PÉREZ FORTE, argentino d’origine ma italiano d’adozione,
e il sassofonista milanese FELICE CLEMENTE.
Il disco poggia su solide radici: prima di entrare in studio e registrare “Aire Libre”,
infatti, i due musicisti hanno condiviso l’esperienza del quartetto Nuevos Aires, attivo
sin dagli anni Novanta. Nonostante il repertorio proposto – costituito di composizioni
originali e di classici sudamericani – imponga una profonda concentrazione per
obbligati e passaggi di grande virtuosismo strumentale, “Aire Libre” è un disco che
sorprende per vitalità e allegria: l’atmosfera vivace di Alma negra si manifesta come
fosse una coreografia per una danza folkloristica. Gli orizzonti sonori del disco sono
ampi: particolarmente interessanti le due performance in solo che vengono proposte
anche dal vivo e che hanno come protagonisti Felice CLEMENTE (Chuku) e JAVIER
PÉREZ FORTE (Misa Chico). [...]
Antonio Oliverio - 14 agosto 2012 Eventi - Primo piano Musica - Onda Calabra online
Aire Libre - Concert
Le vie del suono a Levico
CLEMENTE e PÉREZ FORTE il sound latino in strada
LEVICO TERME. A condurre gli spettatori in una serata a dir poco originale – quella
di stasera “le vie del suono” di Levico a a partire dalle ore 21.30 nella piazza della
Chiesa - sono gli “Aire Libre” che si muovono tra atmosfere esotiche e latine. Il tutto
grazie al sax soprano e tenore e al clarinetto suonati da Felice CLEMENTE e dalla
chitarra classica imbracciata da JAVIER PÉREZ FORTE. Un sodalizio artistico dal
nome evocativo “Aire Libre” che, come spiega Felice CLEMENTE, “è il risultato di una
lunga e appagante ricerca, frutto di una concezione aperta e libera della musica,
capace di superare confini, stereotipi e barriere”. Un viaggio sonoro tra mondi
diversi, tra gli elementi del jazz, della musica sudamericana, afro, classica e
contemporanea che convivono e si intrecciano in modo naturale e spontaneo. In
tutto questo si calano poi gli stati d'animo dei due musicisti che creano di volta in
volta varietà ritmiche, diversità dei colori. Un duo che guarda con tanta intensità a
una visione “enciclopedica” della musica e al Sudamerica non poteva che fare
proprie le parole del grande scrittore Jorge Luis Borges: “Per fortuna non dobbiamo
rispondere a una sola tradizione; possiamo ambire a tutte”. Nato nel 1974 a Milano,
Felice CLEMENTE è sassofonista, clarinettista e compositore, definito da Enzo
Siciliano dalle pagine di Repubblica, il miglior giovane sassofonista italiano. JAVIER
PEREZ FORTE è invece un virtuoso della chitarra classica, formatosi musicalmente
nell’Universidad Nacional de Córdoba (Argentina). Direttore e fondatore
dell’ensemble Nuevos Aires con cui ha realizzato dal 1996 svariate tournées in
Europa e Sudamerica e con cui ha inciso il Cd Buenos Tangos (Halidon –
Milano).L'esibizione degli “Aire Libre” ripropone il jazz a cielo aperto a Levico.
Un'occasione imperdibile perché si tratta di una delle migliori produzioni del jazz
italiano più recente in un contesto suggestivo.(k.c.)
Aire Libre - "That's the way it goes!". In both the musicians we find a sparkling
virtuosity, but not exhibited: always to the service of the music.
La strada del duo non è tra le più battute del jazz. Sassofono o clarinetto e chitarra
classica, poi, sono uno strumentario non proprio consuetissimo. E questa è la prima
ragione d'interesse per il lavoro di Felice CLEMENTE e JAVIER PEREZ FORTE, due
musicisti diversi per formazione ed inclinazioni espressive, che si incontrano sul
terreno comune della tradizione folclorica sudamericana e dell'improvvisazione
jazzistica.
La seconda viene dall'ascolto del disco, che rivela un'esplorazione intelligente e
consapevole delle libertà offerte dal duo, pur nella stringente scelta di repertorio
compiuta dai musicisti.
Già la traccia d'apertura, "De la raiz a la copa," mette in luce la concezione profonda
del tempo, che sottende tutto l'interplay tra CLEMENTE e PEREZ FORTE. Esposto il
tema, il sassofonista, qui al soprano, comincia ad improvvisare e, nel crescendo del
solo, il fraseggio si fa via via più libero; PEREZ FORTE si dimostra un
accompagnatore sensibilissimo: la sua chitarra, seguendo l'andamento del
sassofono, passa da suadente compagno armonico a puro supporto percussivo, con
pochissime note ad inframmezzare le esplorazioni timbriche.
Lo stesso si ascolta in "Mas que nada," il cui canto, notissimo, si trasforma via via,
sino ad assumere un aspetto ben poco aderente al materiale di partenza. "E' così
che si fa!," verrebbe da dire.
A testimonianza di quanto sia importante il tempo per questa formazione, in "Lila"
compare un ospite: il metronomo, che si ascolta per tutta la durata della traccia e
che i due sembrano non tenere minimamente in considerazione, salvo poi
agganciarsi magistralmente alla pulsazione quando lo ritengono più opportuno.
L'effetto è di notevole tensione.
PEREZ FORTE sfoggia un'adesione convinta agli influssi ritmici e armonici della
musica della sua terra d'origine, l'Argentina: praticamente non ci sono sue sortite
solistiche. CLEMENTE, invece, dimostra un ampio bagaglio di frasi bop e blues di cui
fa un uso quasi mai scontato. Lo si avverte in "Chuku," brano che egli affronta in
solitudine e nel quale abbondano i cliché del sax tenore, tenuti insieme da una
lucidissima architettura dinamica.
Il virtuosismo di entrambi è scintillante, ma non esibito: sempre al servizio della
musica.
Resta forse solo da dire che Aire libre è un ottimo disco, che merita di essere
ascoltato più e più volte. Di fruizione agevole, ma di raffinata complicazione,
sicuramente non rischierà di stancare.
Luca Casarotti – All About Jazz– novembre 2012 (al secondo posto tra le recensioni
più lette)
Aire Libre - A CD that draw attention to itself: "only" two instruments and musicians
(but how much they seem!) in a charming adventure.
Un cd che si fa notare. In un panorama che nelle sue mille sfaccettature non di rado
sembra regalare gira che ti rigira, la stessa colonna. Un disco, questo, costruito a
diversi livelli, di lettura e ascolto: il musicista e l’intenditore possono trovare pane
per i loro denti, l’ascoltare medio ha l’occasione di trovare nella “semplicità”
apparente l’occasione di spingersi un po’ più in là, di mettersi alla prova; mettere
l’opera come sottofondo è un delitto, ma va detto che inizia, finisce e riparte che
neanche te ne accorgi. Ricerca e intrattenimento riescono a convivere senza farsi
male, anzi… Ecco alcune note.
De La Raiz a la copa dà subito l’idea di una proposta che, nel suo essere insolita, si
fa comunque ascoltare. Fiato e chitarra si inseguono in un gioco di blocchi melodici e
ritmici che rendono l’avventura aurale avvincente. Stili diversi, incroci,
apparentamenti, giochi.
Pera y Chocolate, con il suo unisono iniziale, quasi quasi fa pensare a un overture
orchestrale; “solo” due strumenti e strumentisti (ma quanti sembrano…), voglia di
tango, che risolve in dolcezza. Attacca l’ostinato che fa inerpicare la chitarra con un
spezzone di arpeggio; un gusto quasi minimalista che risolve in jazz. Bel gioco,
espressione e modalità.
Chuku in sax è il mistero della notte, del canto solitario che scivola via. Un sentiero
affascinante in cui il fiato Felice CLEMENTE si muove con sapienza e gusto; in quanto
a creatività ne ha da vendere. Pezzo da dieci e lode.
La ripresa di Mas Que Nada, piacerebbe anche al suo inventore Jorge Ben. Correva
l’anno ’63, quando questa samba brasiliana invadeva la sua terra e poi il mondo.
Versione cameristica, il duo rende il pezzo – rivisto, arricchito e plasmato – un
percorso pieno di spunti, una chicca; bello il contributo della chitarra di JAVIER
PEREZ FORTE. Che dà molto, in termini di ascolto e di delicate emozioni, anche nel
brano successivo: Misa Chico.
Luca Pavanel (Il Giornale) – FUORI TONO ottobre 2012
Aire Libre - An evening of music very well played and full of many aromas and
tastes.
Il penultimo appuntamento dello "Spring jazz festival" vede sul palcoscenico della
raccolta sala Barabino il duo Felice CLEMENTE e JAVIER PEREZ FORTE. Il chitarrista
argentino, introducendo il concerto, rimanda all'idea di "musica globalizzata", uno
stile che cerca di conciliare istanze diverse, superando i generi e le specificità. In
effetti nell'ora e un quarto di esibizione, escluso il bis, si ascolta una musica dai
molti aromi e sapori, provenienti dal Sud America come dalla tradizione
afroamericana. Traspare pure una sensibilità, un modo di trattare i vari brani, di
derivazione chiaramente jazzistica. In questo senso il duo non appare fuori posto in
questo tipo di rassegna, anche se ormai le etichette sono sempre più inadeguate a
descrivere determinati suoni di frontiera, di confine e il termine world music ha
perso efficacia, collegato com'è a tutta una serie di materiali di diverso carattere,
peso e livello espressivo.
Si comincia con "La cumparsita", il più classico dei tanghi, in una versione piuttosto
letterale, per rispettare il simulacro del ballo argentino. Quando si procede ad una
deviazione dal tema il sax tenore si spinge in avanti, ma con parsimonia, poiché si
ritorna dopo poco sul motivo e si continua a cantarlo per com'è nel suo aspetto più
noto.
Da qui in poi si alternano originals e omaggi alla tradizione tanguera, sottoposti ad
un lifting leggero, non per ridipingerli con nuove tonalità di colore o per modificarne
la struttura, piuttosto per rivivificarli, per fornirgli nuova linfa. Fra i pezzi composti
per il recente cd "Aire libre" si impongono "Perro verde" e "Pera y chocolate", ma è
soprattutto da ricordare una accorata "Alma negra", dove si capisce quanti legami ci
siano, a saperli cercare, fra i due mondi che si prova a far incontrare o incrociare. E'
piuttosto spettacolare la trovata di inserire un metronomo (nemico dei musicisti,
come scherza JAVIER FORTE) in "Lila". In questo brano si libera il sax soprano di
FELICE CLEMENTE in un'improvvisazione energica che include una citazione del
cavallo di battaglia rollinsiano "St.Thomas". E proprio a Sonny Rollins sembra
ispirarsi l'escursione in solitario del sassofonista, più vigoroso ed espressionista che
nei momenti di dialogo a due. Per contro il chitarrista, nel suo spazio senza
accompagnamento, svela tutta la sua delicatezza e la sua predilezione per una
musica sempre dentro le righe, ma viva e attenta. Si va avanti con altri brani come
"Mas que nada" di Jorge Ben e resa celebre da Sergio Mendes o "A Don Agustin
Bardi", un altro tango "storico", in necessario equilibrio fra canzone eseguita e/o
reinterpretata con garbo e proprietà di linguaggio.
Lo scarso pubblico presente (purtroppo) dimostra di gradire l'esibizione e riserva
applausi ad un duo di strumentisti sicuramente preparati. JAVIER PEREZ FORTE,
infatti, mette in luce una tecnica classica rilucente, a servizio del jazz. Felice
CLEMENTE, anche clarinettista in due momenti del set, è padrone di un linguaggio
piuttosto articolato, che presuppone una buona conoscenza dei capiscuola del jazz
moderno. In generale il musicista milanese riesce a contenere il suo impeto e
assume anche toni di basso profilo, in certi frangenti, per calarsi nelle atmosfere
argentine di pertinenza geografica del chitarrista.
Una serata di musica suonata bene, in conclusione, che conferma l'intelligenza di
una programmazione attenta più alla sostanza che all'appeal modaiolo dei nomi da
far esibire.
Gianni Montano - - Recensioni - Jazzitalia
Recensione del Concerto di Genova, Teatro della Gioventù - 8 giugno 2012 per lo
Spring Jazz Festival
Aire Libre - A tête-à-tête of formal nattiness
[...] Sceso in campo il sassofono, eccoci ad aprire una sorta di secondo atto della
nostra odierna pièce, da cui il principe delle ance non uscirà più. Ripartendo da un
album in duo, Aire Libre (Crocevia di Suoni), in cui una corda, la chitarra classica
dell’argentino JAVIER PÉREZ FORTE, e un’ancia, i sassofoni (soprano e tenore) e il
clarinetto di Felice CLEMENTE, si fronteggiano in un tête-à-tête che, per
inappuntabilità formale, rimanda in qualche modo a “Stagioni”, tanto quanto, al
contrario. [...]
L'isola della musica italiana - Alberto Bazzurro
Aire Libre - A modus operandi extremely actual and at the same time, respectful of
the strength and of the grammar of the original musical source and material.
"Una concezione aperta e libera della musica, capace di superare confini, stereotipi e
barriere". "Ognuna delle tracce invita a vivere uno stato d'animo diverso, sia per
varietà ritmica sia per la diversità dei colori del suono che gli strumenti
propongono". Le due frasi riportate aprono i testi che Felice CLEMENTE & JAVIER
PÉREZ FORTE hanno riportato all'interno del booklet del cd per presentare le
intenzioni e le suggestioni della musica prodotta in duo e racchiudono in buona parte
gli obiettivi e il filo narrativo del disco.
Sassofoni e chitarra classica; libertà, improvvisazione, folklore, tradizione e dialogo.
Cinque brani originali - due del chitarrista, tre del sassofonista - si affiancano a
cinque brani che riportano le varie scuole della tradizioni sudamericana. E perciò
traccia dopo traccia si può ascoltare Mas que nada del brasiliano Jorge Ben, le
differenti visioni della chitarra classica nella scrittura di Eduardo Falù ( Misa chico),
Juan Falù (De la raíz a la copa ) e Alfonso Montes (Merenguito), per finire con il
tango di Horacio Salgán (A Don Agustín Bardi).
Le composizioni di PÉREZ FORTE e CLEMENTE si integrano e espandono le possibilità
già insite negli altri brani e nel dialogo tra le loro voci. La partita a scacchi che i due
musicisti giocano nella foto del booklet in realtà non va intesa come una sfida tra i
due ma come la costruzione comune di una architettura musicale capace di
comprendere elementi anche molto diversi tra loro e renderli in maniera personale e
coerente. L'andirivieni tra le esperienze personali e il repertorio classico per chitarra
al quale fanno riferimento i brani presi dagli altri autori, tra il portato popolare e la
rielaborazione consapevole fatta dai due interpreti diventa la linea di riferimento
intorno al quale si sviluppa il lavoro e grazie al quale CLEMENTE e PÉREZ FORTE
riescono a dare corpo ad una prospettiva individuata dal chitarrista nel suo testo,
vale a dire all'idea che "i brani qui presentati non corrispondono a generi musicali
allo stato puro". E, di seguito, aggiunge le parole di Borges ("Per fortuna non
dobbiamo rispondere a una sola tradizione, ma possiamo ambire a tutte") per
confermare e supportare un modus operandi estremamente attuale quanto
rispettoso della forza e della grammatica del materiale di partenza.
Jazz Convention - luglio 2012 - Fabio Ciminiera
Aire Libre - Dialogue and lyricism
AIRE LIBRE Il primo è un jazzista di razza, l’altro un chitarrista classico che,
nonostante viva in Italia da parecchi anni, è tutt’altro che dimentico delle proprie
origini argentine. È quindi abbastanza ovvio che l’incontro tra Felice CLEMENTE (sax
tenore, soprano e clarinetto) e JAVIER PÉREZ FORTE sia in buona parte avvenuto
sullo sfondo di melodie che profumano di Sud America. Ma la musica scaturita
dall’inedito incontro possiede ulteriori sfumature che rimandano al jazz e anche alla
musica europea. In ogni caso il dialogo risulta proficuo, denso di lirismo, appagante
anche per chi ascolta. Entrambi i musicisti si sono pure dati l’opportunità di prodursi
in solitudine.
Strumenti Musicali - luglio 2012 - Roberto Valentino
Aire Libre - CD of the month!
Great vital energy and feeling and a new alchemy able to progressively conquer the
public.
Jazz, musica brasiliana, musica argentina, flamenco, ritmi percussivi e sincopati si
intrecciano come ghirigori per dar vita a disegni musicali inaspettati, sorprendenti,
inusuali.
Davvero interessante questo progetto discografico che a primo ascolto sembra dar
vita a visioni distanti tra loro ma che, passi la licenza, appare più come un concept-
album provvisto di grande energia vitale e sentimento.
Felice CLEMENTE, da una parte, con i suoi sax alterna temi, improvvisazioni e ritmi
cadenzati mentre JAVIER PÉREZ FORTE, dall’altra, esprime con la chitarra tutta la
sua poderosa tecnica che non è per nulla fine a sé stessa.
CLEMENTE descrive questo album come un viaggio attraverso la condivisione delle
loro esperienze e sensibilità, io preferisco immaginarmi in una galleria d’arte dove i
due artisti espongono dei quadri policromi, cangianti, ognuno descrittivo di
un’immagine ben accurata certamente fedele al loro vissuto ma che esprime
contemporaneamente la volontà di creare un nuovo artificio, una nuova alchimia che
ti conquista nota dopo nota. Curioso l’uso del sequencer nella traccia “Lila”, ricorda
un ritmo gitano che detta i tempi dei passaggi musicali e che fioriscono in fraseggi
quasi “contemporanei”.
Divertente quanto insolito l’arrangiamento molto personale, ma forse per questo
ancor più apprezzabile, di “Mas que nada” una canzone scritta da Jorge Ben nel
1963 e dove CLEMENTE dà sfoggio della sua bellissima arte con lo strumento che
forse lo rappresenta di più, il sax soprano. Ingegnosa l’introduzione (ma non solo) di
JAVIER PÉREZ in Misa Chico, un brano in 3/4 tratto dalla suite Argentina di Eduardo
Falù, un artista purtroppo poco conosciuto in Italia e che ha composto brani popolari
di inestimabile valore. Delizioso il finale tanguero con “A Don Augustin Bardi”.
In tutto l’album si sente il grande amore che questi due artisti hanno per la musica
trasversale, contaminata, globale perché se è vero che le singole tradizioni vanno
fortemente conservate è anche vero che la musica è il linguaggio universale che
unisce in armonia tutti i popoli. Indubbiamente un buon lavoro!
Nuove Dissonanze - giugno 2012 - Maurizio Bignone
Aire Libre - Excellence of sounds and dialogue weaving.
A lyric structure of immediate fruition, indeed well played and excellently succeeded.
Un incontro tra culture diverse, aperto verso eclettiche suggestioni: il duo di
CLEMENTE con il chitarrista classico argentino trapiantato da venticinque anni in
Italia, ha impianto semplice e tradizionale ma vive di impasti originali. I dieci brani
sono per metà della penna dei due protagonisti (tre di CLEMENTE e due di FORTE) e
per l'altra pescano nella musica latinoamericana, reinterpretandola in modo
intelligente e originale, in virtù dell'eccellenza dei suoni e della loro tessitura
dialogica, di cui sono esempi eminenti le improvvisazioni che occupano le parti
centrali di Perro Verde e Lila (quest'ultima curiosamente attraversata dal battito di
un metronomo). I rilevanti cambi d'atmosfera sono sospinti dal mutar strumento di
CLEMENTE: lirico al soprano, contemporaneo al clarinetto, viscerale al tenore (che
esercita in solitudine in Chuku). Sempre deliziosi i fraseggi della chitarra di Forte,
che vibra con suoni luminosi. Bella la rilettura del classico Misa Chico, che è però
solo una delle perle di un lavoro lirico e d'immediata fruizione, davvero ben suonato
e ottimamente riuscito.
MusicaJazz - maggio 2012 - Neri Pollastri
Aire Libre - A disk of great horizons of sound, that surprises for vitality and joy.
Marked by the magazine JAZZiT with: red exclamation point "JAZZiT likes it!"
Il sodalizio artistico tra il chitarrista classico JAVIER PÉREZ FORTE, argentino
d'origine ma italiano d'adozione, e il sassofonista Felice CLEMENTE, poggia su solide
radici. Prima di entrare in studio e registrare "Aire Libre" i due condividono
l'esperienza del quartetto Nuevos Aires, attivo dagli anni Novanta.
Nonostante il repertorio proposto - costituito di composizioni originali e di classici
sudamericani - imponga una profonda concentrazione per obbligati e passaggi di
grande virtuosismo strumentale, "Aire Libre" è un disco che sorprende per vitalità e
allegria: l'atmosfera vivace di Alma negra si manifesta come fosse una coreografia
per una danza folkloristica. CLEMENTE si fa ascoltare al soprano, al tenore e al
clarinetto, sorprendendoci per maturità, equilibrio, qualità timbrica e personalità. Gli
orizzonti sonori del disco sono ampi: particolarmente interessanti le due
performances in solo, che hanno come protagonista Felice CLEMENTE (Chuku) e
JAVIER PÉREZ FORTE (Misa Chico).
JAZZiT - maggio/giugno2012 - Luciano Vanni
Aire Libre - Beautiful tuning with the Latin world, perfect for the jazz-speech
Felice Clemente: Doppia Traccia – Nuvole Di Carta – Aire Libre (Crocevia di suoni)
[...] Di tutt’altro segno il recentissimo Aire Libre, in cui CLEMENTE si confronta col
compositore e chitarrista argentino (ma milanese d’adozione) JAVIER PÉREZ FORTE,
con cui può sfoderare la sua anima latina già decisamente evidenziatasi nel disco
d’esordio Way Out Sud del 2003 (vi suona familiare?) e che rispunta spesso nel
repertorio del sassofonista di origine calabrese.
Ora, sarà l’aria, sarà l’entusiasmo trascinante di PÉREZ FORTE, l’energia che si libera
dalla sua chitarra classica (che all’occasione si trasforma in percussione come in
Lila), la tradizione ispanica e l’immenso immaginario che evoca il Sudamerica, ma
pare davvero che CLEMENTE sia meno costretto dal contesto e si lasci più andare al
sentimento, sia che imbracci i sax tenore e soprano, sia che imbocchi il clarinetto,
come in Merenguito del venezuelano Alfonso Montes.
Aire Libre si muove prevalentemente nelle grandi tradizioni musicali dell’America
Latina dall’Argentina, non solo tanghera, di PÉREZ FORTE (Perro Verde, Lila), Juan
Falù (De La Raiz A La Copa), Horacio Salgan (A Don Agustìn Bardi, unica vera
concessione al tango) ed Eduardo Falù (Misa Chico, suonata dal solo chitarrista) al
Brasile di Jorge Ben (Mas Que Nada). CLEMENTE si cala perfettamente nel clima con
le sue Pera Y Chocolate (strana commistione tra valzer, rumba e swing), Chuku (solo
al sax tenore) e Alma Negra, a riprova di una bella sintonia con questo mondo su cui
declinare l’eloquio jazz.
Silenziosa(mente) Parole di Musica - online 30/04/2012 - Giulio Cancelliere
Aire Libre - In one word: a very superlative album. A universe of sound magically
drawn by the two musicians, also with passages as amazing solos. In the section
'OUR CDs'
Ancora un duo e ancora un album semplicemente delizioso: protagonisti Felice
CLEMENTE ai sax soprano e tenore e al clarinetto e JAVIER PÉREZ FORTE alla
chitarra classica.
Album delizioso, dicevo, e questa valutazione la si può formulare quasi
immediatamente, dopo aver ascoltato il brano d’apertura, “De la raìz a la copa” del
compositore argentino Juan Falù.
I due si integrano alla perfezione e si percepisce quale sarà la cifra stilistica
dell’intero album.
Una musica senza confini, senza etichette, eseguita da due virtuosi dei rispettivi
strumenti che si muovono su coordinate ben condivise. Di qui una pluralità di
universi musicali cui fare riferimento: il jazz, la musica sudamericana, quella
africana, la musica colta e contemporanea senza che tutto ciò dia luogo ad una sorta
di indistinguibile pastiche. Tutt’altro: gli input restano ben distinti cosicché ciascun
pezzo vive di luce propria caratterizzato dalla diversità di colori, da differenze
timbriche, dalla minore o maggiore forza ritmica mentre la linea melodica resta
sempre ben individuata sia che venga proposta dai fiati sia che venga evidenziata
dalla chitarra.
Così, ad esempio, con il secondo brano – “Pera y chocolate” di Felice CLEMENTE –
siamo già in territorio sudamericano con vaghe reminiscenze tanghere. Il terzo
brano, “Merenguito”, potrebbe indurre ad errore facendo pensare ad infocate
atmosfere dominicane; invece si tratta di un delicato brano del compositore
venezuelano Alfonso Montes, tutto giocato su un sottile equilibrio fra tradizioni
venezuelane ed influenze europee e magistralmente interpretato dalla chitarra di
PÉREZ FORTE e dal clarinetto di FELICE CLEMENTE.
Seguono quattro originals equamente divisi tra i due; particolarmente interessante
“Lila”, di PÉREZ FORTE: il delicato dialogo tra fiato e chitarra viene quasi disturbato
dal ticchettio di un metronomo; all’inizio la sensazione è straniante ma poi, man
mano che la musica scorre fluida come al solito, anche l’intruso entra a far parte
organica dell’universo sonoro magicamente disegnato dai due. Avvicinandosi alla fine
dell’album viene affrontato un brano celebre come “Mas que nada” di Jorge Ben:
anche in questo caso l’interpretazione è molto originale, con CLEMENTE che si
assume l’onere di esporre il tema per poi improvvisare magnificamente sostenuto da
PÉREZ FORTE, che si concede alcuni significativi passaggi in splendida solitudine.
Chiusura in stile tanguero con il celebre brano di Horacio Salgàn “A don Agustìn
Bardi”. (GG).
A proposito di Jazz - online-jazz.net 05/04/2012 - Gerlando Gatto
Aire Libre - Please, let's lace us in the acoustic tango
Album bello, elegante e soprattutto non melenso come capita spesso, purtroppo,
quando i musicisti iniziano a costeggiare il mare del tango partendo da un retroterra
jazz, e finiscono poi incagliati nella tentazione di aggiungere sentimento a
un'esperienza che è già di per sé sentimentale.
CLEMENTE (sax) e PÉREZ FORTE (chitarra) si muovono su acquarelli sonori delicati,
in un equilibrio ammirevole, visto che la chitarra acustica, strumento affascinante
ma difficilissimo quando si muove in un ambito jazz, non è mai invadente. Di solito
ammosciano già prima di iniziare: qui invece il chitarrista si mette spesso nella
funzione di spalla nobile, quasi da sfondo ritmico (tipo nel brano Merenguito). Bello il
lungo brano Chuku con il solo di CLEMENTE e indovinata la versione di Mas que Nada
ridotta all'essenziale. Quindi cd bello, da ascoltare in questi giorni di transizione
verso la bella stagione.
Class 13/04/2012 - Antonio Orlando
Aire Libre - Concert by Felice Clemente & JAVIER PEREZ FORTE
[...] Felice CLEMENTE (sassofono e clarinetto) e JAVIER PEREZ FORTE (chitarra)
hanno preso possesso della ribalta e hanno incantato tutti i (tanti) presenti con una
straordinaria serie di "pezzi di bravura" tratti - in gran parte - dal loro disco Aire
Libre: bravi, bravi, bravi!
Gran bella serata.
I protagonisti del giovedì 15/03/2012 - Renato Sarti
Aire Libre - A project 'crossover' that has the qualities to withstand in the time
Fra le migliori produzioni del jazz italiano più recente, in cui l´originalità e la
creatività si coniugano insieme, c´è sicuramente da mettere questo disco
interpretato in duo, ricco di sguardi ai generi più diversi, quali il folk o la musica
classica, ma con una sua appassionante identità, fuori da qualunque scuola o
dettame. Felice CLEMENTE si mette in gioco con i suoi sassofoni, soprano e tenore,
ed il clarinetto, dall´altro lato c´è il chitarrista classico JAVIER PEREZ FORTE. Un duo
che non conosce confini e che si diverte pure ad improvvisare, ad immaginare
situazioni in cui finalmente si trascendono i generi ed il tutto appare credibile e
reale.
Il suono del sax soprano di Felice è perfettamente controllato e reso in modo
cristallino dalla registrazione. Lo stesso vale per la chitarra classica, una volta tanto
coinvolta in situazioni in cui si lascia andare al´improvvisazione, coinvolgendo subito
l´ascoltatore in qualcosa di nuovo che ci riporta indietro di molti anni, quando Ralph
Towner divideva gli appassionati di jazz aprendo a nuovi orizzonti sonori con i suoi
gruppi.
C´è un famoso brano, Mas que nada, conosciuto dai più per le versioni datane da
cantanti pop, e poi composizioni dei due musicisti ed altre tratte dal patrimonio della
musica latina, interpretata a modo proprio. Ogni brano ha qualcosa da raccontare
grazie al suono originale di questo duo, in Lila c´è anche un metronomo che incalza i
due. Alla fine si resta colpiti da tanta bellezza, da tanta sagacia nel saper gestire un
progetto crossover che ha le qualità per restare nel tempo.
MUSICZOOM del 20/03/2012 - a cura di Vittorio Lo Conte
Aire Libre - Felice Clemente & JAVIER PÉREZ FORTE. The last masterpiece of two
icons of the jazz.
Felice CLEMENTE, sax soprano e tenore, clarinetto, e JAVIER PÉREZ FORTE, chitarra
classica, presentano il loro ultimo lavoro Aire Libre; l'album è il risultato di una lunga
e appagante ricerca di uno dei duo più interessanti, affiatati, virtuosi e originali del
panorama musicale nazionale ed internazionale, frutto di una concezione aperta e
libera della musica, capace di superare confini, stereotipi e barriere. Ispirato da
mondi che esaltano le differenze culturali e ne fanno un punto di forza attraverso il
quale arricchirsi interiormente e integrarsi.
Aire Libre è un viaggio attraverso la condivisione delle esperienze e sensibilità dei
due artisti in cui spiccano elementi del jazz, della musica sudamericana, afro,
classica e contemporanea che convivono e si intrecciano in modo naturale e
spontaneo, non appagandosi mai, e non adagiandosi nella routine, ma mettendosi
sempre in gioco, come accade in ogni vita degna di essere vissuta.
Ogni brano di questo disco invita a vivere uno stato d’animo diverso, sia per varietà
ritmica sia per la diversità dei colori del suono che gli strumenti propongono. A
seconda del brano, sarà un sax soprano, un tenore o un clarinetto a stabilire un
dialogo con la chitarra classica, alternando momenti tematici “obbligati” con altri
“improvvisati”, lasciando spazio così all’aspetto ludico della libertà espressiva.
Suoni e Strumenti del 19/03/2012
Aire Libre - Aire Libre, an happy meeting among two people
Il CD Aire Libre è stato segnalato tra i 3 eventi messi "In primo piano" nel sito di
Gerlando Gatto "A proposito di Jazz" (online-jazz.net) e pubblicato nelle rubriche:
"Appuntamenti", "I nostri CD" (elenco scelto tra la produzione contemporanea) e
"Recensioni".
Escaleras - DOUBLE EMOTIONS. A dialogue among instruments to rediscover the
deep song of the Sudamerica
Al Blue Note il sassofonista milanese Felice CLEMENTE e il chitarrista argentino
JAVIER PÉREZ FORTE ripropongono le musiche del loro riuscito album "Escaleras",
riflessioni intime, cameristiche, ma anche piene di emozione sulle radici popolari
delle musiche emerse dal Nuovo Mondo australe.
CLEMENTE, attivo nel jazz contemporaneo, e Forte, più vicino alla musica
accademica di ricerca, s'incontrano a metà strada con brani fortemente composti,
ma sempre aperti agli sviluppi solistici, nei quali il suono arioso dei sax dell'italiano
si sposa con la chitarra acustica del partner in un'evocazione che sa di nostalgia ma
non si nega attente esplorazioni musicali.
CORRIERE DELLA SERA del 04/10/2009 - a cura di Claudio Sessa
Escaleras - … Two indefatigables artists, full of ideas and imagination, with a precise
personality …
Felice CLEMENTE al sax soprano e tenore e JAVIER PÉREZ FORTE alla chitarra
classica si sono decisi per un duo che celebra l´omaggio alle musiche del
Sudamerica, non solo la storica bossa nova di Charlie Bird e Laurindo Almeida
insieme a Stan Getz. I ritmi di tango e milonga sono presenti e resi cosí bene che è
difficile staccare la presa del CD Player. Con questo è tutto detto di un disco fatto da
due artisti che non stancano mai, fantasiosi e ovviamente con una personalità
precisa, lontana anni luce dai musicisti da studio che ogni tanto si trovano ad
interpretare i soliti classici.
Il dialogo dei due procede sciolto, assorti nella musica che producono, anch´essi
ammaliati da quello che fanno, dalle note di canzoni che parlano di sentimenti ed
incontri appassionati. Qualche originale dei due ben si inserisce nell´atmosfera di un
disco senza tempo, perfetto incontro di due che sono cosí assorti, che la malinconia
della milonga sembra venir fuori direttamente dai loro cuori. Da non perdere!
MUSICBOOM.IT - di Vittorio Lo Conte
Escaleras - … An enviable interpretative tension …
"Folktangojazz" è l'efficace definizione che danno di questo lavoro i due artefici, il
sassofonista italiano Felice CLEMENTE ed il chitarrista argentino (in Italia da venti
anni) JAVIER PÉREZ FORTE.
Attivo anche con una sua formazione jazz, molto brillante in una recente incisione
dal vivo, CLEMENTE mostra in Escaleras una faccia diversa della sua musica legata
ad un altro appassionante universo, quello della musica sudamericana. Ed a tale
scopo unisce la sua musica a quella di un bravissimo chitarrista, espressivo e
pittorico come nella tradizione della sua originaria Argentina. Eventuali dubbi o
perplessità sulla capacità di questi due strumenti (sax tenore/soprano e chitarra
classica) di coesistere, vengono non solo fugati alle prime note di Milonga Villera, ma
lasciano spazio ad una sincera ammirazione per la bontà del suono e la capacità di
sensibili e mai banali arrangiamenti di brani famosi come La Cumparsita, Manhà de
Carnaval, O que serà e Alfonsina y el mar.
I duetti funzionano bene, talvolta benissimo, i due musicisti mantengono una
tensione interpretativa invidiabile e comunicano una passione ed una partecipazione
emotiva che altri più famosi artisti a volte diluiscono in virtuosismi ammiccanti e
superficiali.
Nelle note di Escaleras c'è musica autentica e sincera, da lodare ed apprezzare, di
sicuro coinvolgente per gli appassionati del genere ed efficace anche nel suo felice
incontro con i colori del jazz.
SUONO giugno 2008 n° 417 a cura Sergio Spada
Escaleras - With Sax and Guitar beautiful mixture of Folk and Tango
FELICE CLEMENTE, sassofonista, clarinettista e compositore, è un musicista come lo
preferiscono oggi gli esperti di jazz. E' in possesso di brillanti diplomi in clarinetto e
in jazz. Ciò gli permette di praticare l'una e l'altra, sebbene abbia predilezione per il
jazz. Ha all'attivo numerosi dischi, gruppi propri, collaborazioni importanti e
partecipazioni ai festival. La sua voce di sassofono, morbida e raffinata, legata a suo
modo al coolbop, è l'elemento decisivo di un feeling immediato con l'ascoltatore.
Qui CLEMENTE propone un insolito duo con la chitarra classica di JAVIER PÉREZ
FORTE, col quale interpreta folktangojazz del Sudamerica e riscuote l'entusiasmo di
Luigi Pestalozza, estensore delle note di copertina.
IL GIORNALE - venerdì 9 maggio 2008 a cura di Franco Fayenz
About Escaleras writes Luigi Pestalozza
Estate 2007
Caro JAVIER, caro FELICE,
vorrei scrivere qualche impressione sul cd che mi avete dato.
Un accostamento inusuale - chitarra e sax senza un tertium datur strumentale-, il
vostro, che mi ha coinvolto di pezzo in pezzo per l’intelligenza della ben scelta
compresenza dei due strumenti, a volte in parallelo, altre con primi piani, in un
comportamento sonoro che non li confonde ma diventa la piacevolezza di questo
folktangojazz del Sudamerica. L’accostamento strumentale mi ha fatto pensare al
Paganini che per 15 volte ha fatto suonare assieme chitarra e archi, in quartetto.
Anche qui cessa l’estraneità dell’inusuale e viene avanti l’aperto dialogo di tutti i
suoni, compartecipi del piacere che il cd mi ha dato, che dà.
Non sono un esperto di musica argentina, ma la conosco abbastanza per capire il
lavoro di gusto che avete fatto in e con questo cd, parafrasandola, come mi sento di
dire del vostro farla incontrare con il jazz, anch’esso debitamente, miratamente,
sudamericanamente stilizzato ovvero parafrasato. Il tango, del resto, fu inventato
cento anni fa nelle periferie di Buenos Aires da un popolo povero che cantava l’altro
mondo possibile che andava cercando, mentre il jazz, sempre cento anni fa, è
venuto avanti negli Stati Uniti dall’emarginazione di vita e di cultura dei neri,
facendosi strada, proprio con il sax e in modo egemonico, tra i bianchi.
Ad attraversare questo cd, e penso soprattutto a te, JAVIER, è davvero la parafrasi
delle fonti musicali, popolari, nelle quali sei cresciuto e ti sei formato in Argentina,
ma appunto parafrasandole fino all’incontro davvero non casuale e chiaramente alla
pari con il jazz, con Felice CLEMENTE, ovvero con una musica più vicina alla nostra
abitudine d’ascolto. Ma non si tratta di un adattamento: semmai proprio il contrario.
Concepire il jazz, nel caso dell’attento, ragionato, sax di Felice, e concepire la tua
chitarra classica, dentro la sempre elegante dimensione sudamericana del vostro
stile esecutivo, diventa una comune, ben coniugata occasione strumentale, scelta,
costruita da entrambi per trattare il folk, il tango, il jazz dei brani eseguiti, in modo
per niente esotico e, invece, coniugandoli con precisa cura stilistica, in modo che
l’ascolto piacevole, chiaramente ricercato e realizzato, passi attraverso l’intelligenza
musicale che non fa ascoltare qualcosa di artificialmente manipolato e facile o
banale, bensì l’opposto.
Questo vostro suonare musicale mi rimanda a un altro ottocentesco precursore del
rapporto con le diverse, lontane, culture musicali, non esoticamente,
eurocentricamente, condotto, ma anzi diretto a scoprirne e comunicarne la vera
identità culturale, musicale. A Liszt. Alle sue pianistiche Parafrasi. Salvo, ma nel
senso di un’ulteriore conferma, i vostri 4 momenti ben introdotti nelle 10 tappe del
cd ovvero i 2 in cui per esempio tu, Felice CLEMENTE, porti in primo piano il tuo
jazz, il tuo sax, ma subito facendo entrare in campo JAVIER PÉREZ FORTE, come
compositore: la sua musica argentina, il tango, la sua chitarra. In termini formali si
tratta però sempre di dialogo, indipendentemente da chi di voi due apra il brano e
firmi la composizione. È una proposta davvero condivisa: una musica che vuole
intrattenere, e che intrattiene, musicalmente, secondo la capacità di coinvolgimento
a largo raggio che, dall’Europa alle Americhe, e viceversa, i due vostri strumenti
sono andati costruendosi nel corso della storia, per poi incontrarsi qui e ora ma
attraverso l’invenzione del vostro modo di suonare assieme. Un modo che non
adagia l’ascolto nell’abitudine alla piacevolezza musicale, ma che invece la usa, la
reinventa, la parafrasa, per stimolare anche il pensiero, per portare a pensare che la
stessa musica di intrattenimento può uscire, come qui esce, dai luoghi comuni. E che
dunque nel mondo c’è sempre dell’altro - di musicale, ma infine non soltanto - da
godere, da vivere, da ascoltare.
Luigi Pestalozza - testo di presentazione di Escaleras.
Escaleras - ESCALERAS: ten soundtracks of Passion.
The duo Clemente - Pérez Forte gives us a cd all to listen...and to listen!
Li abbiamo sentiti nel live che hanno tenuto lo scorso 8 dicembre presso
l'associazione torinese A puro tango di Pedro e Rolo Monteleone e ci hanno davvero
convinto: stiamo parlando del duo JAVIER PÉREZ FORTE e Felice CLEMENTE, autori
del cd Escaleras. Distribuito da Crocevia di Suoni Records, il lavoro si compone di
dieci tracce di tango jazz o, meglio, di folktangojazz del Sudamerica. Il tango
dell'argentino JAVIER PÉREZ FORTE e il jazz dell'italiano Felice CLEMENTE si
incontrano in maniera mai banale: La cumparsita, O que sera, 3x4 sono solo alcuni
esempi di un lavoro privo di retorica e ricco di creatività.
JAVIER PÉREZ FORTE, compositore e chitarrista argentino, è in Italia dal 1988; ha
realizzato musica per strumenti solisti, per insiemi da camera e per orchestra. Ha
firmato numerose colonne sonore di film e documentari - tra i quali alcuni
documentari per GEO (RAI) - musica per il teatro, spettacoli di musica e poesia e ha
al suo attivo un'intensa attività concertistica. Felice CLEMENTE è sassofonista,
clarinettista e compositore. Ha ereditato la passione per la musica dal nonno,
maestro in clarinetto, e ha studiato al Conservatorio di Milano. La scoperta del jazz
lo ha portato ad approfondire il genere con illustri sassofonisti. Nel 1998 ha fondato
il Felice CLEMENTE Quintet, nel 2001 è stato compositore e coarrangiatore del
musical La principessa Neghitò per il Teatro delle Erbe di Milano e nel 2007 ha creato
una propria etichetta discografica Crocevia di Suoni Records. Autore di jingle
pubblicitari, è stato definito da Enzo Siciliano "il miglior giovane sassofonista
italiano" e dall'americano Cadence Magazine "un talento destinato a fare la storia del
jazz".
EDITANGO - febbraio, marzo, aprile 2008 a cura di Ivo Carrozzini > EDITANGO la
prima rivista italiana dedicata al tango argentino.
"Escaleras" is a great disk...
Avevamo imparato ad apprezzare il lavoro di questo sassofonista italiano dal suo
secondo disco “Inside me” e soprattutto, per quanto riguarda il sottoscritto, da
“Perfect world”, sua terza fatica. Allora già avevamo notato quanto a questo
musicista piacesse variare e provare nuove soluzioni: dal sestetto al quintetto,
tornando su di un più canonico quartetto per “Perfect world”.
Per “Escaleras” ecco l’idea del duetto: Felice CLEMENTE al sax tenore e soprano e
JAVIER PEREZ FORTE alla chitarra classica.
Il disco prende avvio con un motivo immediatamente coinvolgente “Milonga villera”,
scritto dallo stesso PEREZ FORTE, che mette subito in luce la pariteticità e coesione
della coppia con un lavoro continuo della chitarra e i fraseggi del sax.
Un famoso tango è quello che si può ascoltare nel secondo brano, dove
l’impostazione viene data dalla chitarra e l’inserimento del sax porta verso un
dialogo che si sviluppa all’interno di tutto il brano (“La cumparsita”).
L’emergere delle capacità e delle possibilità dialogiche arriva da un connubio inatteso
a livello strumentale: chitarra e sax. Durante l’ascolto del disco però il loro suonare
diventa quasi da subito familiare: il suono e le composizioni, i fraseggi e i dialoghi
sono gestiti con tale fluidità e naturalezza da togliere l’idea della mancanza di un
“tertium datur strumentale”.
Cito qui un inciso della lettera che presenta l’album, scritta da Luigi Pestalozza, noto
docente e critico musicale, che sottolinea in modo puntuale i tratti essenziali del
disco, come ad esempio quello del sottotitolo nascosto “folktangojazz del
Sudamerica”. Termine questo che indica un legame, una mescolanza dove emergono
i tratti distintivi delle singole origini. L’avvicinamento al jazz di PEREZ FORTE infatti
mantiene intatti i suoi studi sul folklore. Esattamente lo stesso vale per CLEMENTE,
che, come dice ancora Pestalozza, parafrasa il jazz e lo rende affine al sentimento
sudamericano senza però scadere mai nell’adattamento.
L’alternanza dei brani composti dall’uno o dall’altro rende bene sia la capacità e
l’affinità dei due al dialogo sia il mutare delle sensazioni e del colore attorno alla
composizione. Ascoltare “Déjà vu”, brano composto da CLEMENTE, in cui il sax si
esalta con fraseggi verticali che concedono all’ascoltatore una sensazione tanto
diversa quanto affine ad altri brani scritti da PEREZ FORTE.
“Escaleras” è un ottimo disco, di quelli che avvolgono, che si ascoltano e si
riascoltano.
MESCALINA – Rivista On-line di musica e cultura (marzo 2008)
Escaleras - The True Latin Soul - Clemente - Pérez Forte "Escaleras"
Di musica sudamericana ce n'è in giro fin troppa: tanghi, cumbie, presunte
"bossanove", nella pubblicità, nei lounge bar, persino nei nastri registrati di attesa
sui telefoni. Eppure, c'è qualcosa che manca in queste melodie muscolose, buone
solo per ballare. Mancano la grazia, la dolcezza, la nostalgia; manca l'anima che
rende grande la musica latinoamericana autentica.
E' proprio questa "anima latina" a caratterizzare il disco di Felice CLEMENTE,
sassofonista soprano e tenore, e JAVIER PEREZ FORTE, chitarrista classico. I dieci
brani in scaletta sono un campionario perfetto e variegato di melodie, ritmi e sapori
sudamericani, ma la tavolozza dei due non ha bisogno di colori sgargianti per
comunicare l'amore per questa musica e il suo fascino.
CLEMENTE e PÉREZ FORTE firmano ciascuno due brani, gli altri sei sono classici del
Continente, soprattutto brasiliani e argentini, ma non solo samba e tango.
Splendido il lavoro del chitarrista, e magnifico CLEMENTE al soprano in O que serà di
Chico Buarque (cantata dalla Mannoia) e al tenore in Manha do carnaval e Alfonsina
y el mar, dolente ballata resa immortale da Mercedes Sosa.
FAMIGLIA CRISTIANA n.9/2008 a cura di Roberto Parmeggiani - il giudizio di famiglia
cristiana: 4 stelle
Escaleras... Soft interplay, all substance, that leaves bright traces.
Conoscevamo Felice CLEMENTE come uno dei più promettenti sassofonisti italiani,
ben radicato in quell’ambito espressivo hard pop che non sempre riesce a riservare
sorprese all’ascoltatore, per infinite declinazioni d’intenti accumulatesi negli anni. E’
una bella sorpresa, dunque, questo sodalizio stretto con il chitarrista acustico
argentino JAVIER PÉREZ FORTE, una puntata in quell’etnojazz di sintesi che ha la
punta di diamante, in Italia, nell’opera degli Aires Tango.
Molti i classici sudamericani qui presenti, da O que será ad Alfonsina y el mar,
affrontati con una sorta di serrato, morbidissimo interplay tutto sostanza che lascia
tracce luminose soprattutto quando CLEMENTE imbraccia il sax soprano.
WORLD MUSIC MAGAZINE n. 89 marzo-aprile 2008 - a cura di Guido Festinese
Escaleras – An album of rare beauty.
Il sax del milanese CLEMENTE incontra la chitarra classica dell’argentino JAVIER
PÉREZ FORTE nel progetto di “folktangojazz”. Brani originali e riletture (da Manhà de
Carnaval a El Choclo). Un album di rara bellezza.
Roberto Casalini – Io donna (Corriere della Sera) 3 maggio 2008 – N.18
Escaleras - A disk of atmospheres, of nostalgic sounds and soft allusions
Il sottotitolo dell'Album è “Folktangojazz del Sudamerica” e ben illustra le intenzioni
dei protagonisti di fondere due grandi tradizioni musicali, accostando il lessico del
jazz a brani e condotta ritmica del folklore argentino, guardato in questo caso dal
versante più intimo e malinconico. Uscito per Crocevia di Suoni, etichetta fondata
dallo stesso CLEMENTE, il lavoro si basa sull’intesa fra i due co-leader (che non a
caso condividono da anni la militanza nel gruppo Nuevos Aires) e l’inusuale incontro
fra chitarra classica e sassofono, ben gestito nel suono e nello scambio di ruoli.
In particolare, PÉREZ FORTE, argentino d’origine e italiano d’adozione, sfoggia la sua
profonda conoscenza del linguaggio e un’ammirevole tecnica strumentale, cesellando
una performance da virtuoso del genere. Oltre alla sensibilità nel maneggiare temi
strafamosi e dalle fortissime radici popolari come El Choclo e La Cumparsita,
spiccano la struggente versione di O que será di Chico Buarque, una delle due
deviazioni verso il secondo paese simbolo del Sudamerica (l’altra meno convincente
Manha de carnaval), la meravigliosa Carnavalito del duende, e i temi composti
proprio da CLEMENTE, nei quali il sassofonista ritrova i territori più familiari del solo
jazzistico.
Un disco di atmosfere, di nostalgia e di morbide allusioni.
Valentino Casali - JAZZiT - maggio/giugno 2008
Escaleras - A couple of musicians unusual and adventurous
Una piccola parata d'infinite miserie e grande dolcezza in questa famosa melodia di
Montevideo (La Cumparsita) abbracciata da Buenos Aires. Ottimamente inserita tra
le destinazioni folktangojazz servite dal nuovo album Escaleras (etichetta Crocevia di
Suoni), dal sax di CLEMENTE con la sapiente guida chitarristica del navigatore
argentino PEREZ FORTE. Un tandem inusuale e avventuroso, da diari della
motocicletta, che funziona bene ai bassi regimi dell'ascolto passeggero ma che poi
come per scommessa sa inerpicarsi su tra i passi andini della musica da
meditazione, e tornare giù per una milonga del tramonto, affettuosa come qualche
vino rosso.
Andrea Canei - rivista INTERNAZIONALE - giugno 2008
Escaleras - Tango in Liszt - style
Felice CLEMENTE sassofonista e JAVIER PÉREZ FORTE chitarrista, insieme per un
disco che parla in jazz morbido la lingua del tango, distendendo in sofisticato ascolto
La cumparsita o El choclo, o la Milonga villera, trasformando in reminescenza
classica una danza sanguigna. Luigi Pestalozza ci crede, in questi due, e per loro
introduce Escaleras, il disco: "Questo vostro suonare mi rimanda a un altro
ottocentesco precursore del rapporto con le diverse, lontane, culture musicali, non
esoticamente, eurocentricamente, condotto, ma anzi diretto a scoprirne e
comunicarne la vera identità culturale, musicale. A Liszt. Alle sue pianistiche
parafrasi."
Daniele Martino - il Giornale della musica - settembre 2008
BEFORE 2009:
Nuevos Aires - Buenos Tangos: bel gioco di parole, buoni tanghi, per un gruppo
giovane e ambizioso che esiste da 5 anni. Venti nuovi arrivano all’orecchio
dell’ascoltatore da questa prova in cui la scelta del materiale interpretato va dalla
Guardia Vieja al Tango Nuevo, suo punto di forza. Forse il nome indirizza troppo
verso la sfera del tango contemporaneo d’avanguardia, mentre invece si tratta
piuttosto di un modo di confrontarsi con il repertorio convenzionale.
Il quintetto è composto da quattro strumentisti di talento (chitarra, flauto,
pianoforte, contrabbasso) e da una cantante dal timbro scuro e appena ruvido, con
un’impostazione vocale molto adatta al genere e grandi capacità espressive. In
cinque brani è presente il bandoneón, come strumento invitato.
Da noi sono ancora sconosciuti. Si distaccano in modo particolare il chitarrista
JAVIER PÉREZ FORTE, che con il suo strumento si fa notare soprattutto in due brani
(Cuesta abajo, Milonga Nostra), e la pianista Mariana Bevacqua, per la sua maniera
intelligente e di rilievo di accompagnare per accordi e per una commuovente
versione jazzata per piano solo di Fuimos.
La scelta dei brani è molto piacevole, bella sia da ascoltare che da ballare (14
tangos, 2 milongas, 1 vals). Brani conosciuti (come Cambalache, La última curda,
Sur, Balada para un loco) si alternano a composizioni nuove e interessanti, tra cui se
ne segnalano in particolare tre, originali, molto riuscite: Las rosas de ayer e Grito
final (di Mariana Bevacqua) e Ad Hoc di Javier Pérez Forte: quest’ultima veramente
una perla del Nuevo Tango.
Recensione di Gerhard Litterst al cd Buenos Tangos, apparsa sulla rivista Tango
Danza, Bielefeld 2003
Un quintetto fa rivivere la grande lezione argentina. Sono ‘armati’ di flauto, chitarra,
pianoforte, contrabbasso senza dimenticare il bandoneon e una struggente voce
femminile. Loro sono i Nuevos Aires e, come lascia intendere la denominazione
sociale, rileggono la grande tradizione del tango alla luce delle innovazioni
moderniste. L’album Buenos Tangos ha numeri a sufficienza per conquistare anche i
non iniziati al culto di Gardel. Diciassette tracce, tra le quali spicca una rilettura
commovente di Milonga de mis amores, che si muovono sospese in un mondo fatato
di malinconia dove i suoni sembrano provenire da distanze indicibili. Un album
ricercato, come dimostra la versione di Las rosas de ayer, che però s’insinua dritto
sino al cuore attraverso gocce di passione e squarci di sensualità. Merito,
ovviamente, oltre che di un repertorio inossidabile, anche della perizia strumentale
dei musicisti che, evitando il rischio del perfezionismo fine a se stesso, dimostrano di
saper dialogare con il presente pur essendo custodi di una tradizione ben codificata e
riconoscibile. Eppure il fascino di questi suoni risiede proprio lungo il crinale dove il
passato interroga il presente e il futuro. A passo di tango, ovviamente.
Il Giorno 2003
[...] L’ensemble Nuevos Aires, con la sua delicatezza e al tempo stesso viscera
pulsante, ci riporta a Buenos Aires, città-Babele di radici spagnole, che guarda
attenta alla cultura francese, accoglie il gaucho "senza terra" e l’italiano "senza
paese". Due anime di frontiera che creano un genere musicale anch’esso di
frontiera. Notevole l’interazione della splendida voce della cantante italo argentina
Paola dell’Erba con i soffi del flauto di Anna Cattoretti, le corde pizzicate e percosse
dalla chitarra di JAVIER PÉREZ FORTE, dal piano di Mariana Bevacqua e dal
contrabbasso di Franco Finocchiaro impreziosita dalla partecipazione del brillante
bandoneonista Facundo Torres. Il repertorio si articola tra il tango delle origini,
passando per Piazzolla per giungere alle sue contemporanee venature. Pregevoli gli
arrangiamenti che sorreggono le liriche di Manzi, Borges e Ferrer. Sottolineamo la
porosa "Cambalache", la terzinata "Flor de lino", la intima "Milonga nostra", la
fascinosa "Sur". Sarà possibile il sud? Sarà possibile? Se si guardasse allo specchio
si riconoscerebbe. Il tango è un sentimento che si balla. Un modo di pensare. È
memoria collettiva. Ed è fondamentalmente nostalgia per quello che non c'è più o
che potrebbe essere stato.
Recensione di Giuseppe De Trizio al cd Buenos Tangos, portale di World Music Cupa
Cupa 2003
[...] Il quartetto strumentale composto da flauto (Anna Cattoretti), chitarra (JAVIER
PÉREZ FORTE), pianoforte (Mariana Bevacqua) e contrabbasso (Franco Finocchiaro)
è arricchito dalla personalità della voce (Paóla Dell'Erba), che fa vivere le poesie di
Manzi, Discépolo, Castillo, Borges, Ferrer ed altri. L'essenza del Tango è ben colta
con originali arrangiamenti di tangos, milongas (Milonga de mis amores-Pedro
Laurenz - José Marìa Contursi) e valses (Flor de lino-Héctor Stamponi - Homero
Expósito), sintesi di fedeltà alla tradizione e senso di libertà interpretativa. [...]
l'intensità della musica di Buenos Aires fa muovere gli strumenti come un unico
cuore che pulsa. [...]
Viceversa (Melissa Mattiussi) 2003
Grande entusiasmo per la serata finale [...]. Stile impeccabile e atmosfera caliente
per i «Nuevos Aires».
[...] ascoltare la voce di Paóla Dell’Erba è stato un esclusivo piacere; così come
vedere le esibizioni degli inquietanti ballerini Marzia Colangelo e Rocco Tremoglie,
che hanno riempito l’aria di affascinanti disegni. Molto gradevole e trascinante
l’orchestra con Anna Cattoretti al flauto, JAVIER PÉREZ FORTE alla chitarra, Mariana
Bevacqua al pianoforte e Valerio Della Fonte al contrabbasso. Tutti i musicisti hanno
impreziosito i loro ruoli con catturanti spunti solistici; l’insieme ha suscitato
entusiasmi crescenti, che sono diventati acclamazione quando sono risuonate le note
di “El último café”, e addirittura ovazione alla fine dello spettacolo. Molte le grida di
“otra!” a testimoniare la presenza in sala di oriundi argentini o almeno di spettatori
già esperti e consapevoli dell’atmosfera “tanghéra”. Una serata tutta da godere [...].
L’Adige (Leonardo Franchini) 1999
Grandi serate al Conservatorio. Ieri sera, giovedì, “Il tango argentino tra otto e
novecento” con il cuarteto Nuevos Aires composto dal chitarrista JAVIER PÉREZ
FORTE, dalla flautista Anna Cattoretti, dal contrabbasso di Franco Finocchiaro e dalla
splendida voce di Maria Isabel Garcia. Il concerto in Sala Puccini, organizzato dalla
Fondazione Guido Cantelli, ha ottenuto enorme successo.
Giuseppe Tropea, Il Giornale Nuovo, Milano 2000
...espectáculo de gran jerarquía...
El Diario de Carlos Paz, Córdoba 1998
...l’ottimo chitarrista PÉREZ FORTE...
L’Arena, Verona 1995
...Ottimo lo strumentale del cuarteto Nuevos Aires, con una nota di merito in più per
il chitarrista JAVIER PÉREZ FORTE...
La Provincia, Cremona 1998
....La chitarra di PÉREZ FORTE crea in scena un’atmosfera malinconica e struggente
acuendo la forza interpretativa di questo testo senza tempo...
La Repubblica, Milano 1993
...La chitarra dalle splendide musiche di JAVIER PÉREZ FORTE...
Città nostra, Cinisello Balsamo 2000
[...] Tanghi e milongas hanno suggerito emozioni e trasporti di nostalgia alla platea.
Suggestivo, frizzante o allegro, il repertorio del complesso si è piuttosto rivolto a
brani di un certo impegno. Se da un lato il ritmo della musica conquistava il
pubblico, dall’altra la malinconica suggestione data dal tango ha prevalso. Il concerto
ha riscosso applausi prolungati, tanto che sarebbe stata auspicabile la concessione di
un secondo fuori-programma, senza dubbio fortemente gradito. Per una sera
l’atmosfera latinoamericana ha riempito i sensi degli ascoltatori...
Il Corriere delle Alpi, Alto Adige 2000
[...] I componenti, argentini e italiani, di questo ensemble di prim’ordine hanno
offerto un profilo completo del genere: dai primi allegri esordi, fino alle atmosfere
sofferte che agitano le opere dei contemporanei, sono stati rivelati tutti gli aspetti
che fanno sì che il Tango sia così pieno di fascino.
[...] JAVIER PÉREZ FORTE ha suonato la sua chitarra in maniera davvero
straordinaria. Il virtuoso argentino ha impreziosito l’esibizione con complicate
figurazioni dimostrando, anche nella maniera di ornare, di avere un grande
patrimonio d’invenzione e di saper impiegare nei luoghi opportuni effetti particolari,
come i colpi sul ponticello o i glissandi, per dare alla musica sempre il giusto slancio.
Badische Zeitung, Freiburg am Breisgau 2002
...straordinario viaggio nel tango del cuarteto Nuevos Aires...
Il resto del Carlino, Ferrara 2003
Un lunghissimo applauso finale con richiesta di bis ha salutato la conclusione della
«noche del tango», lo spettacolo andato in scena nella scorsa serata di giovedì in
Curt di Mururn, villa Sioli, nell’ambito della rassegna Villeggiare d’Estate. [...] In un
crescendo di emozioni, la musica argentina infatti è ricca di melodie struggenti, gli
interpreti del Cuarteto Nuevos Aires hanno regalato momenti di intense emozioni.
La Gazzetta, Domitilla Botros 1998
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